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La febbre dell'oro

Regia di Charles Chaplin vedi scheda film

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La recensione su La febbre dell'oro

di passo8mmridotto
10 stelle

The gold rush fu presentato il 26 giugno 1925 al Grauman's Egyptian Theatre e fu uno dei maggiori successi della carriera chapliniana, che ripagò l'attore dalle mille difficoltà economiche, organizzative e di produzione soprattutto per girare i numerosi esterni sulla neve, in montagna.

La vicenda del cercatore d'oro, giunto nel Klondike, in Alaska, quando il "gold rush" è al culmine, ha momenti di infinita tristezza ma anche di grande ilarità, prima di giungere a un finale tutto sommato positivo.

Completamente disorganizzato e incoscientemente ottimista, Charlie si ritrova in un ambiente ostile anche dal punto di vista climatico: la tormenta che imperversa sulla montagna lo spinge a cercare rifugio nella capanna del bandito Blak Larsen,nello stesso momento in cui arriva anche Big Jim. Scoppia una rissa, nella quale Larsen cerca di uccidere i due poco graditi ospiti.

Ma Charlie e Big Jim hanno la meglio, e sbattono fuori dalla capanna Larsen, intimandogli di andare a cercare cibo.

Larsen si imbatte in due poliziotti, li uccide e fugge.

Charlie e Big Jim hanno fame, fanno bollire uno scarpone e lo mangiano. Esilarante la sequenza di Charlie che "mangia" con tutte le regole del vivere mondano, usando le raffinatezze del galateo.

Big Jim, in preda al delirio da fame, vede Charlie in sembianze di una gallina, e gli da la caccia, ma inutilmente.

All'alba, riprende la lotta per la sopravvivenza, arriva un orso e i due lo ammazzano.

I due decidono di dividersi. Big Jim ritrova Larsen, che lo prende a palate sulla testa. Big Jim è a terra, ma Larsen ha la peggio, perchè viene travolto da una valanga.

Charlie vaga fino a giungere in una cittadina. Entra nel saloon e lì conosce una ragazza della quale subito si innamora, ma lei ha uno spasimante geloso. Charlie balla con la ragazza, gli cadono i calzoni e viene canzonato dagli avventori.

Il giorno dopo entra nella casa di Hank Curtis, svuota la dispensa ed esce a cercare lavoro. Lo trova.

Incontra nuovamente la ragazza, e la invita per la cena di Capodanno. Ma la ragazza non viene, e Charlie si addormenta, sognandola in compagnia delle sue amiche, e per loro si esibisce in una danza con due panini infilati nelle forchette. Torna alla realtà, ed è solo. Per lui, soltanto un biglietto di scuse da parte  della ragazza.

In città arriva Big Jim, che ha perduto la memoria dopo le palate sulla testa ricevute da Larsen, alla ricerca disperata della sua concessione aurifera. Charlie si unisce a lui.

Vanno a vivere in una capanna questa volta piena di ogni ben di dio, ma arriva una tempesta che fa ondeggiare  paurosamente l'abitazione e la trascina sull'orlo  di un precipizio.

Big Jim rischia di precipitare nel vuoto,  si aggrappa a Charlie e si salva.

Ritrova la concessione, e inizia la corsa all'oro. I due si arricchiscono.

Decidono di tornare a casa e partono in piroscafo. Charlie  viene  scambiato per un clandestino  e scappa, ma durante la fuga precipita da una  ripida scala:  si ritrova davanti  la  ragazza dei suoi sogni, e ogni equivoco viene chiarito.

Film bellissimo, in cui Chaplin tiene in bilico la comicità e la precarietà esistenziale, il destino e la sconfitta sempre incombente.

Duemila e cinquecento metri di cinema immortale.

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