Regia di Charles Chaplin vedi scheda film
78° FESTIVAL DI CANNES: SELEZIONE UFFICIALE - FUORI CONCORSO - CANNES CLASSICS: RESTAURATI
A cento anni quasi esatti dalla sua uscita in sala (la data esatta fu il 26 giugno 1925), il Festival di Cannes nella sua 78° edizione sceglie doverosamente e brillantemente di aprire la kermesse con uno dei film più noti, ed anche più riusciti, travolgenti, esilaranti è teneri del grande artista Charles Chaplin.
In piena epoca di cinema muto Chaplin racconta una storia dal ritmo così frenetico e dalle scenografie così emozionanti, che ogni dialogo appare come qualcosa che possiamo immaginare e che è bene ognuno faccia suo in modo personale e privato. Tuttavia lo stesso attore e regista, che di questo film è autore a tutto tondo, occupandosi personalmente di ogni mansione a parte i dettagli scenografici, nel 1942 rivede il film aggiungendo sonoro e i commenti all'azione, nonché esclamazioni e parte delle battute, prestando la voce ai vari personaggi.
La febbre dell'oro (1925): Charles Chaplin
Le rocambolesche avventure di un dolce ed inadeguato Charlot, alle prese col clima ostile dell'Alaska, e precisamente di un Klondike ghiacciato preso di mira da avventurieri e disperati, alle prese con la frenesia della caccia all'oro, riunisce il mite ometto con il fuorilegge Black Larsen e il gigante buono Giacomone, a cercare di porsi in salvo dalle intemperie e dalla fame dentro una male assestata baracca di legno, percossa e stravolta dalla bufera.
Scene memorabili che hanno segnato la storia del cinema: Charlot in bilico, sullo strapiombo roccioso inseguito da un bonario orso di cui il distratto individuo nemmeno di accorge; la magra cena a base di scarpone, dopo aver ingerito di nascosto cera da candele; le vorticose ed irresistibili scene della baracca in balia del precipizio, con un gioco di incastri ed equilibri divertentissimo che non rinuncia a risultare anche un po' allarmante per il senso di precipizio e di caduta che comunica.
La febbre dell'oro (1925): Mack Swain, Charles Chaplin, Tom Murray
La febbre dell'oro (1925): Charles Chaplin, Mack Swain
La tenera danza dei panini con cui Chaplin raggiunge vette poetiche di pura eccellenza e raffinatezza.
La febbre dell'oro è senza dubbio uno dei capisaldi della cinematografia di sempre, per la perizia con cui è stato realizzato agli albori della tecnica cinematografica, sapendo unire alla perfezione professionalità pratica ad arte narrativa e visiva.
Non per nulla nel 1992 il capolavoro chapliniano è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti, mentre nel 1998 l'American Film Institute l'ha inserito al settantaquattresimo posto della classifica dei migliori cento film statunitensi di tutti i tempi.
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