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Orgasmo nero

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La recensione su Orgasmo nero

di giurista81
4 stelle

Agli albori dell'hardcore, tra horror ed erotismo, Aristide Massaccesi, in arte Joe D'Amato, piazza una serie di film, molti dei quali girati in contemporanea nel 1979, ambientati a Santo Domingo e presentati, grazie all'aggiunta di sequenze specifiche a seconda dei gusti, per una distinta tipologia di pubblico. Horror, erotici e film porno escono così dalla medesima produzione. Tra il 1979 e il 1981 compaiono nei cinema bizzarre contaminazioni quali Le Notti Erotiche dei Morti Viventi, Porno Holocaust, Orgasmo Nero Sesso Nero tutte firmate Joe D'Amato. Protagonista indiscussa di queste produzioni è la pornostar caraibica Lucia Ramirez, omnipresente e impegnata in prima persona anche in scene hard.

Orgasmo Nero, conosciuto all'estero come Voodoo Baby, è un softcore con alcune sequenze ardite (per l'epoca) che coinvolgono l'attrice spagnola Nieves Navarro, accreditata Susan Scott e particolarmente in voga nello spaghetti thriller di inizio anni settanta (La Morte Cammina con i Tacchi Alti; La Morte Accarezza a Mezzanotte). Ormai quarantaduenne e già apparsa nell'altrettanto spinto Emanuelle e Gli Ultimi Cannibali (1977) sempre agli ordini di Joe D'Amato, la Navarro è al centro di un menage a trois che coinvolge la Ramirez e il biondone Richard Harrison, con le relative gelosie del caso e una fortissima componente saffica. Il copione è minimalista, incentrato su una crisi di coppia dovuta alla sterilità della Navarro, in attesa di notizie da una clinica interpellata al fine di risolvere il problema. Pressata dal marito (Harrison) che vuole da lei un figlio, la donna, tra una scappatella e l'altra, scopre l'amore per una giovane ragazzina del posto (la Ramirez) con cui avvia una relazione via via sempre più orientata al sesso. Il film si sorregge su circa mezz'ora di scene erotiche spinte e sulle spettacolose location caraibiche che fungono da corredo a una storia piuttosto piatta. D'Amato è molto bravo nelle inquadrature, abbonda con i primissimi piani e dilata con arte le sequenze al fine di fare minutaggio. Non manca, pur se più marginale rispetto ad altri film del regista romano, la componente horror, costituita dalla presenza di una serie di riti voodoo. Bello e altamente drammatico il finale. Per completisti.

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