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La febbre del sabato sera

Regia di John Badham vedi scheda film

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La recensione su La febbre del sabato sera

di marcopolo30
9 stelle

Vero film simbolo del periodo d'oro della disco-music peraltro per puro caso (doveva essere una sorta di documentario). Grazie ad esso John Travolta passò dall'anonimato alla fama mondiale, i Bee Gees da una già discreta fama all'olimpo dei musicisti. VOTO: 8½

Nacque quasi per caso quello che è poi divenuto il vero e proprio simbolo del periodo d'oro dellla disco-music. L'allora poco noto John Badham doveva in effetti realizzare una sorta di (semi)documentario sul rapporto dei giovani con la discoteca, nascente 'religione' e punto d'incontro di un'intera generazione. E se sconosciuto era il regista, non meno oscuro era il nome del protagonista, un John Travolta ventitreenne per cui questo inizio coinciderà con il punto zenit dell carriera (avvicinato solo, magari, dal ruolo interpretato in “Pulp Fiction” 17 anni più tardi). E persino i Bee-Gees, che certo nel 1977 sconosciuti non erano, fu solo grazie alla colonna sonora di questo film che entrarono a pieno titolo nell'Olimpo degli immortali. La differenza principale che scava un abisso fra “Saturday Night Fever” e i suoi tanti epigoni prodotti nei decenni seguenti (“Footloose”, “Staying Alive”, “Dirty Dancing”, ecc.) è che questo film riesce con poche pennellate a dipingere un quadro completo del mondo di quella musica intorno alla quale ruota l'esistenza dei personaggi. Ma non solo: qui la retorica -contrariamente a quel che succede negli altri titoli menzionati- non è di casa in nessun momento. O forse il tutto andrebbe interpretato utilizzando un altro punto di vista: negli anni '70 ai giovani piaceva pensare, a quelli venuti dopo, a quelli della mia generazione e -ancor più- a quelli che vent'anni ce li hanno oggi, ciò risulta fardello insopportabile. Da non perdere.

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