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Talos. L'ombra del Faraone

Regia di Russell Mulcahy vedi scheda film

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La recensione su Talos. L'ombra del Faraone

di FilmTv Rivista
4 stelle

Perduto da tempo lo smalto dei giorni migliori, Russell Mulcahy sbarca nei cinema italiani con questo film tenuto in naftalina per circa sei anni, mummificato anch’esso come Talos, perfido genero del faraone e protagonista della pellicola. Nel 1948 la sua tomba viene violata dalla spedizione archeologica di Lord Turkel, nonostante un’iscrizione sconsigli tale operazione, aprendo così uno spaventoso Vaso di Pandora che procura la morte degli sconsiderati archeologi. Cinquant’anni dopo, la nipote del Lord si reca sul luogo della scoperta e riporta a Londra i resti della mummia, che inizia la sua mattanza londinese alla ricerca di organi vitali per una possibile resurrezione e, se Talos non verrà fermato, c’è il rischio che si verifichi la convergenza dei pianeti dipinta sul soffitto della sua tomba, che gli garantirà il dominio del pianeta. Confuso, prevedibile, talvolta sconsiderato nelle sue elucubrazioni parastoriche, il film conferma l’involuzione del sopravvalutato Russell Mulcahy, quello di Highlander-L’ultimo immortale. L’unico batticuore lo regala l’apparizione di una delle “mummie” più famose della storia del cinema, ovvero Christopher Lee, che lascia nello spettatore anche la nostalgia per un cinema che, pur senza i mirabolanti effetti speciali della KNB EFX, sapeva regalare delle emozioni.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 32 del 2004

Autore: Fabrizio Liberti

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