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The Punisher

Regia di Jonathan Hensleigh vedi scheda film

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La recensione su The Punisher

di giancarlo visitilli
4 stelle

“Un moderno angelo vendicatore del rock and roll spinto al limite”, con queste poche parole il regista, Jonathan Hensleigh, già autore di The Rock, Armageddon, e ora di The Punisher sintetizza il suo nuovo film, una sorta di “nuovo giustiziere della notte”.
Il protagonista è Frank Castle, che stanco di fare l’agente speciale dell’FBI, ha accettato un ultimo incarico prima di congedarsi. Il figlio di un potente uomo d’affari rimane ucciso e i suoi genitori giurano di vendicarsi. Una riunione nella famiglia Castle si trasformerà in un vero massacro. L’unico a sopravvivere sarà Frank, anche se di fronte ai corpi senza vita della moglie, del figlio e dei parenti è come se fosse morto anche lui. L’unica ragione di vita sarebbe vendicarsi. Così Frank studia attentamente le abitudini della famiglia Saint, scoprendo gli sporchi affari e l’occasione opportuna per sferrare l’attacco. Nella vendetta Frank sarà aiutato da un gruppo di reietti, che si diventeranno con lui una vera e propria macchina da guerra: the punisher.
Comunque, niente di nuovo all’orizzonte; tutto “già visto” (e rivisto). The Punisher è un film che ha grandi pretese: l’ammiccamento ai film “anni ‘70”, non fosse altro che per lo stesso Castle, protagonista dei fumetti della Marvel, molto in auge in quegli stessi anni; ora ironico, poi ingegnoso, in realtà, già dal massacro iniziale della famiglia del protagonista, si precipita in uno stato di confusione e di sospensione fra il bene e il male, in cui (cosa peggiore, se pensiamo alla politica mondiale americana…) un solo uomo si sente incaricato d’essere il giustiziere di molti. In fondo, non si tratta dello ‘stesso film’ il cui regista è George W. Bush? Stessa dottrina: l’attacco preventivo; stessa idea di politica (anti)democratica: la mancanza di rispetto delle regole e delle libertà altrui. A tal proposito The Punisher fa molta più paura, rispetto al recentissimo film di Michel Moore, vincitore a Cannes 2004. In questo caso la censura sarebbe meritata, in quanto The Punisher fa passare sul grande schermo ciò che per il mondo, e quindi per ogni uomo, sta diventando giorno per giorno, regola di vita: la violenza inaudita, la punizione e la barbarie umana, con uomini pronti a tutto e con l’obbligo di uccidere. Sarebbe stato più interessante e più divertente se la Columbia, intenzionata a specializzarsi nella realizzazione di pellicole tratte dai fumetti (Spider-man, Hellboy), ci avesse riproposto altri eroi, magari più deboli per la mancanza di armi, ma senz’altro più forti, almeno per quanto riguarda la resa e la durata della loro azione pacifica.
Al di là dei contenuti, tuttavia, The Punisher risente anche di problemi pesanti di sceneggiatura, che si ripercuotono poi sul ritmo e la durata del film, veramente eccessiva. Nonostante gli attori siano tutti molto bravi: da Thomas Jane a John Travolta e sua compagna Laura Harring, certamente non si può dire di Jane la stessa cosa dei “classici giustizieri”, da Eastwood ad Hackman, passando necessariamente per Bronson. Altri tempi, altri eroi…altro Cinema!
Non è singolare ed emblematica di tutto il film una delle battute, che anche allo spettatore meno attento non passa inaudita? “Si vis pacem, para bellum”, non serve conoscere il latino, tuttavia: se vuoi la pace, preparati alla guerra dice tutto di chi vuole ‘pulire’ il mondo dai cattivi, proprio come durante gli anni della conquista del West, ed ora dell’East…
Giancarlo Visitilli

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