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Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera

Regia di Kim Ki-duk vedi scheda film

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claudio1959

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera

di claudio1959
10 stelle

Primavera, estate, autunno, inverno ....E ancora primavera un film di Kim Ki-Duk regista coreano mancato da poco è un film straordinario, poetico di una finezza espressiva magnifica, le scene sembrano quadri pittorici, per i colori bellissimi, il regista fa vedere una natura che ci ammalia ed incanta, pochi dialoghi, lunghi silenzi, ma il film non annoia, ha una sua compattezza e l’interesse non cala mai, talmente è girato in modo sublime. Questo film non si può né raccontare ne descrivere, va visto, perché è una festa per gli occhi e soddisfa la mente, esprime concetti basilari di vita, senza tediare od annoiare. Cinema purissimo, contemplativo e descrittivo. Il film è ambientato in un piccolo tempio su di una chiatta in un lago, dove regna pace e beatitudine. Qui un bambino impara dal suo maestro la dottrina di Buddha, praticamente un apprendistato, basato sulla messa al bando di ogni crudeltà contro gli animali. Stagione dopo stagione il bimbo cresce, si evolve, diventa un giovane uomo e prova il sentimento dell’amore, verso una ragazza, giunta per curarsi, qui i due giovani scoprono le gioie del sesso, ma poi lei parte e lui accecato dalla gelosia, che non lo fa ragionare, la raggiunge in città e la uccide, con un coltello. Dopo l’omicidio il ragazzo in fuga torna nell’eremo, qui viene raggiunto da due poliziotti che lo catturano. Le diverse stagioni, secondo il regista raffigurano l’essere umano che cambia, da il senso di maturità alla vita, quando si è innocenti capita di essere crudeli, poi c’è la stagione dell’ossessione del desiderio sessuale ed infine ci si emancipa con la lotta. Non scrivo più niente, questo film mi ha fatto capire, come il cinema e’ in continua evoluzione, sembra quasi che gli asiatici hanno preso il posto dei maestri americani, nel girare film straordinari. Si chiama la bellezza del cinema, che non morirà mai, perché fa parte di noi esseri umani e ci rappresenta e raffigura, attraverso le sue bellissime storie.

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