Regia di Luis Buñuel vedi scheda film
Che dire di questo capolavoro, indubbiamente il migliore di Bunuel. Lo vidi per la prima volta nel 1986, quando avevo 12 anni e ne fui subito molto colpito (allora Raitre questi film li dava in prima serata!!!). La prima azione che feci quando comprai il registratore fu nolleggiarmi la cassetta.
Si potrebbero dire molte cose, e molte ne sono già state dette. Ciò che mi piace di più di questo film è l'enorme fantasia e libertà creativa del regista. Buona parte dell'opera è in bilico tra sogno, racconto e realtà. Credo comunque che le sequenze più riuscite, direi geniali, sono proprio quelle dei sogni. Solo Bunuel poteva girare così bene il sogno del soldato e quello del teatro; le cose accadono proprio come accadono nei sogni veri. Solo pochissimi altri grandi registi sono riusciti a rappresentare il sogno così com'è (vedi Pasolini in "Accattone"). Forse il sogno è la cosa più difficile in assoluto da rappresentare al cinema.
Da ricordare: i "surgichi",il "Colonnello!" di Fernando Rey, e la "Repubblica di Miranda" (immaginaria, ma più vera di uno stato vero), il "brigadiere insanguinato", i rumori che coprono le conversazioni telefoniche, "l'armata verde", e molto altro.
Se per qualche strana ragione non l'avete visto, rimediate subito.
Nella versione in DVD il sogno del soldato è troppo chiaro, il che rovina la scena. Ci si rende conto che si è in un teatro. Ma questo è colpa di chi ha fatto il riversamento.
Tutti bravi gli attori. Pare che Fernando Rey si sia doppiato da solo per la versione italiana. Rimane nella memoria il suo "Colonnello!"
Perfetta. Tra l'altro, si riconosce subito uno sei marchi di Bunuel: la macchina da presa che segue i gesti più comuni di camerieri e domestistici.
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