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La spettatrice

Regia di Paolo Franchi vedi scheda film

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La recensione su La spettatrice

di Furetto60
7 stelle

Bell'esordio di Paolo Franchi. Intensa la prova di Bobulova

Valeria, affascinante ventiseienne, è una ragazza solitaria e introversa. Vive a Torino dove lavora come interprete simultanea, la vediamo sbirciare attraverso la finestra, in continuazione; prova una forte attrazione segreta e morbosa, per il suo dirimpettaio, Massimo, un uomo sui quarant’anni, che lei si accontenta di spiare attraverso le finestre del suo appartamento o a seguirlo a debita distanza, chiusa nel suo riserbo, assolutamente passiva, non intraprende alcuna iniziativa per conoscerlo. Però quando il vicino si trasferisce a Roma, decide di abbandonare Torino e seguirlo nella capitale, dove si fa assumere come dattilografa da Flavia, partner  svogliata di Massimo, impegnata a scrivere un libro sul suo defunto marito, al quale sono rivolti i suoi pensieri. L'impegno spinge Valeria a vivere a stretto contatto con Massimo, che prima non si accorge di lei, ma poi a poco a poco se ne innamora, ma allorquando scopre le carte, Valeria arretra, di fronte alla possibilità di realizzare il suo sogno, sente la vertigine di una realtà che la spaventa e a cui non è preparata, la ragazza fugge, attanagliata dal terrore, non riuscendo a concepire l’idea di scendere direttamente in campo, per dare sostanza ai suoi sentimenti; ella ha rinunciato a salire sulla giostra della vita, si limita solo a esserne testimone, cioè spettatrice delle vite altrui; l’arte, la settima nella fattispecie, spesso imita la vita: c’è chi si arrende in amore e non solo, ancora prima di cominciare. Il regista Paolo Franchi, al suo esordio, scrive e dirige un dramma esistenziale dai colori crepuscolari,  con una sceneggiatura ellittica e algida e guida con maestrìa attori molto ispirati; forte la presenza scenica di Barbora Bobulova, che costruisce in modo credibile un personaggio difficile come Valeria.Il ritmo è  volutamente lento, l’atmosfera angosciosa, c'è raffinatezza nella messinscena, elegante la fotografia di Giuseppe Lanci e gradevoli le musiche di Carlo Crivel.

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