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The Day After Tomorrow. L'alba del giorno dopo

Regia di Roland Emmerich vedi scheda film

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La recensione su The Day After Tomorrow. L'alba del giorno dopo

di Indy68
8 stelle

Della glaciazione prossima ventura causata dall’inquinamento globale. Il climatologo Jack Hall ravvisa in una serie di aberrazioni climatiche di portata devastante i segnali di un’imminente glaciazione nell’emisfero boreale. Tenterà di limitare i danni allertando le massime autorità politiche del pianeta e poi di salvare, il figlio intrappolato in una New York preda di una tremenda tormenta.
Lo spunto per il film viene a Roland Emmerich dalla lettura del libro scritto da Whitley Strieber (autore di racconti horror e sci-fi che, come Emmerich, non solo, si è di recente specializzato nel filone della fantascienza apocalittica, ma si è anche interessato al tema ‘anno 2012’ dedicando ben due romanzi all’argomento) con la collaborazione di Art Bell, intitolato ‘l’arrivo della super tempesta globale’ in cui gli autori espongono la loro ‘Iper Hurricane Theory’.
Il testo infatti presenta, rielaborata, una delle ipotesi più accreditate sulle possibili conseguenze del surriscaldamento globale a seguito dell’effetto serra causato dalle immissioni di sostanze inquinanti nell’atmosfera.
Stuzzicato dal tema di grande attualità e dal soggetto che risponde in pieno alla sua preferenza per il genere catastrofico, il regista tedesco si mette subito all’opera, pensando che, altrimenti (dichiarerà poi) se avesse aspettato ancora, avrebbe corso il rischio di dover girare un documentario piuttosto che un film.
La pellicola non diversamente dalle altre del suo personale filone catastrofista, è principalmente un sontuoso spettacolo: la qualità degli effetti speciali è di riferimento, e contribuisce a rendere potenti ed efficaci le ‘visioni’ del regista, maestro, secondo a nessuno nel raffigurare i disastri più immani e le devastazioni più assolute in modo davvero suggestivo.
A livello di scrittura, invece rispetto agli stessi film (‘Independence Day’, ‘Godzilla’) si riduce il numero dei personaggi a tutto beneficio dello spessore degli stessi. La narrazione si concentra quindi per lo più sul dramma familiare del paleoclimatologo Jack Hall ( un tonico Dennis Quaid) nel tentativo estremo di salvare il figlio (un misurato Jack Gyllenhall) e nel contempo trovare un riscatto dal suo ruolo negativo di padre assenteista. Sarà per l’argomento di assoluto interesse e di grande importanza e gravità, cui tiene particolarmente, ed il conseguente impegno profuso, sarà per l’esperienza negativa del pessimo ‘Godzilla’ o sarà soltanto per caso, fattostà che questo è il film di Emmerich che meno patisce a livello di sceneggiatura l’implausibilità dei dialoghi e il macchiettismo dei personaggi, difetti altrimenti sempre presenti ed evidenti nei precedenti lavori del regista teutonico. Certo non è tutto merito suo: Jack Gyllenhall nelle interviste dichiarò di essersi rifiutato di pronunciare alcune battute che giudicava inaccettabili (quindi ulteriori brividi durante la visione ci vengono assicurati al pensiero di quali discorsi ci siano stati risparmiati).
Però il tedesco –e gliene va dato atto- mai è stato così malizioso, ironico, riflessivo e critico: lo provano gli spunti lodevoli di cui il film è infarcito: una riflessione sul valore culturale della stampa (il bibliotecario che vuole salvare la ‘Bibbia’ di Gutenberg), una brevissima dissertazione (in forma di botta e risposta) su Nietzsche, un divertente capovolgimento di prospettiva politica con la scena degli statunitensi in fuga che chiedono asilo al Messico e si trovano respinti al confine, una stoccata sui tentennamenti riguardo al protocollo di Kyoto, e una sottotrama (sacrificata nel montaggio finale e rinvenibile soltanto nelle ‘scene eliminate’ nella versione distribuita in dvd e blu ray) che costituisce un atto di accusa alle torbide operazioni speculative condotte in barba a leggi e regolamenti (e in questo, in effetti, ha anticipato di poco la scoperta di episodi reali della triste storia recente del mondo finanziario) messe in atto dalle lobby economiche sul mercato borsistico mondiale, suggerendo una (peraltro ovvia) relazione causa-effetto tra le truffe in campo economico-finanziario e gli abusi ambientali.
Consigliatissimo nelle afose serate estive per trovare refrigerio nella suggestiva frescura digitale.
Voto 7.

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