Regia di Ahn Byeong-ki vedi scheda film
Peccato. Avrebbe potuto essere un dignitoso film di genere se: 1) il regista non avesse copiato troppo dall'ottimo "Ringu" del giapponese Nakata (almeno quello di Verbinski era un onesto e riuscito remake, ma, ci chiediamo, per quanti anni ancora dovremo aver paura di fantasmi femminili dal volto coperto da capelli lunghissimi come la terribile Sadako del "Ringu" suddetto?); 2) la sceneggiatura non fosse incappata in macroscopiche cadute di tono e di tensione, come il troppo didascalico flashback rivelatorio finale. Peccato, perché il regista sa usare bene la macchina da presa (molto debitrice, in verità delle carrellate argentiane di "Profondo Rosso" e delle ambientazioni allo stesso ispirate: leggi cadaveri nascosti da o in false pareti) e, almeno fino a metà film, azzecca quasi sempre i tempi della paura. Non resta quindi che un film troppo occidentale, (dove il genere horror è morto da tempo), per convincere in pieno, di cui ricorderemo solo la bambina indemoniata, quella sì, veramente degna di nota. Un doppiaggio, infine, non proprio all'altezza (ma questa non è colpa del regista), non aiuta certo a risollevare il nostro morale.
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