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Old Boy

Regia di Chan-wook Park vedi scheda film

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AndreaVenuti

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La recensione su Old Boy

di AndreaVenuti
9 stelle

Old Boy è un film Sud-coreano del 2003, scritto e diretto da Park Chan-Wook; come si intuisce dal numero di recensioni qui presenti sul sito, l'opera di P. Chan-wook è tra i film asiatici più famosi del XXI secolo (un po' come In The Moond for Love del maestro Wong kar-wai, anche se stiamo parlando di due film completamente diversi); pluripremiato in patria e vincitore del Gran Prixe speciale della giuria al Festival di Cannes del 2004,  con Tarantino presidente (voleva assegnarli a tutti i costi la Palma d'Oro).

Il film è il secondo capitolo della trilogia della vendetta diretta dal regista coreano (il ciclo si apre con Mr Vendetta del 2002, e si chiude nel 2005 con Lady Vendetta) detto questo Old Boy è l'adattamento cinematografico (con diverse modifiche) dell'omonimo manga giapponese del 1996.

L'opera di Park C.W. è una summa di quello che poi ha offerto e sta offrendo il cinema coreano contemporaneo (seconda new wave del cinema locale inziata fine anni Novanta/inizio Duemila); un film di genere che del genera muta, pronto a stupire lo spettatore con trame intriganti (qui si opta per il whodunit con effetto sopresa) e un comparto tecnico-stilistico sia originale sia derivativo (ricordo come Park sia un cinefilo accanito).

 

Il tema principale del film è l'introspezione della vendetta con cause e conseguenze, come citato da Lee Woo-jin (interpretato magistralmente da Lee Woo-jin, eccelso anche il protagonista Choi Min-sik nelle vesti di Da-su) la vendetta molte volte è salutare, quasi obbligatoria tuttavia una volta compiuta il dolore che ha spinto ad agire ritorna più forte di prima.

 

«Te lo ripeto, vendicarsi fa bene alla salute. Ma che succede una volta che ti sei vendicato? Scommetto che il dolore tornerà a cercarti». Lee Woo-jin

Per quanto riguarda la regia il lavoro svolto da Park è eccelso; l'autore coreano ci regala sequenze articolate e virtuose (una vera goia per gli occhi) tra cui impossibile non citare:

 

1) l'incipit con cui si apre il film; il nostro protagonista sensibilmente ubriaco si ritrova in una stazione di polizia, il tutto viene ripreso con macchina a spalla (con l'operatore quasi immobile) seguito da un jump cut (taglio della parte centrale dell'inquadratura: nota tecnica di montaggio in voga durante la nouvelle vague francese).

 

2) La celebre scena di combattimento tra Daesu ed i suoi carcerieri: la sequenza è ripresa tramite un piano sequenza di circa tre minuti con carrellata orizzontale verso ambedue i lati. Scena violenta ma spettacolare.

 

 

3) Il crudo realismo e la brutale violenza utilizzata dal regista in tutto il film 

 

4) Efficace interazione tra passato/flashback e presente oltre a voice-over  ed anticipazioni sonore estremamente ammalianti.

Tutte caratteristiche che caratterizzano questa particolare trilogia.

 

5) Tanti primi piani significativi ed incredibilmente espressivi.

 

http://www.brownnoiseunit.com/wp-content/uploads/2006/04/OldBoy-15-years-wallpaper.jpg

https://i.ytimg.com/vi/VwIIDzrVVdc/maxresdefault.jpg

 

Film dal valore assoluto che ha influenzato molto cinema asiatico ed occidentale.

 

                                             «Sorridi e il mondo sorriderà con te, piangi e piangerai da solo».

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