Regia di Paolo Sorrentino vedi scheda film
Titta Di Girolamo (Servillo), commercialista della mafia, punito per aver fatto un investimento sbagliato, vive segregato in solitudine da dieci anni in un albergo svizzero da dove esce solo per depositare ogni tanto una valigia di dollari sporchi della mafia ad una banca. Non sto a raccontare i dettagli della vicenda; ci sono episodi e personaggi collaterali abbastanza interessanti, la storia del protagonista si scopre con il tempo… tempo molto lento, perché avvengono pochi fatti, i movimenti sono lenti, gli ambienti non distraggono… cioè esaltano la lentezza, a sua volta espressione di solitudine. Mi sto accorgendo che potrei continuare a parlarne, avrei tante cose da dire e più ci penso più me ne vengono. Il che non è una prova certa di valore di un film. Pensavo di trovare giudizi estremi, divisi fra cinque stelle e una sola; invece ne ho visti molti anche da tre (con le solite proteste di qualcuno che ne assegna cinque). Avrei voluto poter evitare il giudizio, in questo caso ancor più del solito. Ma qui se metti una opinione devi mettere anche il giudizio, e se non lo metti risulta zero, cioè negativo. Mi basta ricordare che, se anche è bellissimo, non ho proprio voglia di rivederlo. Sarà una questione di età.
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