Regia di Fiorella Infascelli vedi scheda film
La camera di consiglio (2025): locandina
AL CINEMA
All'interno del carcere dell'Ucciardone a Palermo si trova un'aula bunker progettata a prova di missile appositamente per permettere di venire a capo del maxi-processo durato un anno e dieci mesi che, nel 1987, ospitò una giuria popolare formata da otto elementi, quattro uomini e quattro donne, impegnati tutto quel tempo e sotto scorta per giudicare 470 imputati mafiosi, nel più grande atto giudiziario mai intrapreso contro Cosa Nostra.
470 imputati di crimini, stragi, efferatezze, affrontati in un rigoroso ordine alfabetico da Abbate Giuseppe a Zito Benedetto, giudicati con scrupolo e la convinzione, da parte dell'integerrimo presidente della commissione, che è meglio si prefiguri un colpevole in libertà, piuttosto che un innocente in galera.
La camera di consiglio (2025): Roberta Rigano, Anna Della Rosa, Claudio Bigagli, Stefania Blandeburgo, Betty Pedrazzi, Rosario Lisma
La camera di consiglio (2025): Rosario Lisma, Stefania Blandeburgo, Betty Pedrazzi, Anna Della Rosa, Sergio Rubini, Claudio Bigagli, Roberta Rigano, Massimo Popolizio
Suffragati dalle memorie di pentiti illustri Ed ambigui come Buscetta e Contorno, i capi di imputazione vedono giudicare personaggi tremendi ed efferati come Bernardo Brusca mandante di almeno 40 omicidi, Calò Giuseppe, Michele Greco e Giuseppe Greco.
Il gruppo di giudicanti comprende volontari di differenti ceti ed età: persone oneste, curiose, desiderose di fornire un contributo ad un momento fondamentale per la giustizia italiana. Individui che rinunciano ognuno alla propria vita privata, o approfittano di quella chiamata per evaderne per un po', spesso e alla lunga provati o comunque sofferenti in quanto isolati in un vero e proprio bunker inaccessibile, costretti a non comunicare con l'esterno nemmeno col telefono, proprio come auccede ai cardinali durante un conclave.
Un consiglio che, in questo caso, durerà ben 36 giorni prima che la sentenza venga emessa ed elaborata. nella forma giudicata più consona dallo zelante presidente Sergio Rubini, magnifico nel ruolo assieme ad un altrettanto convincente Massimo Popolizio, nel ruolo del giudice che spesso si oppone al pensiero e ai metodi valutativi del saggio presidente.
I giurati, tesi, in imbarazzo perché quasi prigionieri, trovano uno sfogo a cielo semi-aperto attraverso un disadorno cortile interno, non meno asettico dell'appartamento che li ospita, ma in grado di far loro respirare sprazzi di cielo aperto, mentre un bel gatto nero curioso fa capolino spiandoli con aria stranita e diffidente.
La camera di consiglio (2025): Massimo Popolizio, Sergio Rubini
La camera di consiglio (2025): Rosario Lisma, Claudio Bigagli
Dopo incertezze, dubbi, paure di ciò che ne sarà di loro giurati dinanzi ad una vita che si riaffaccia sul reale, la sentenza prenderà forma tramite la lettura, maniacalmente rivista dal preciso e circostanziato presidente di corte, sulle note di un malinconico ma coinvolgente Libertango.
Fiorella Infascelli, regista appassionata ma parca di opere, al punto da firmare fino ad oggi non più di un film per decennio a partire dal curioso film in costume La maschera (1988), con una giovane Helena Bonham Carter, dirige un film un po' ingessato, forse scientemente, per rendere palpabile la claustrofobia di un luogo sinistro che tuttavia, poco per volta, si trasforma in un guscio protettivo che risulterà straniante dover lasciare una volta che l'agognato compito risulta portato a termine.
La camera di consiglio è soprattutto un film di alto impegno civico-sociale, improntato a rendere palpabile nel pubblico quel senso di isolamento necessario affinché la decisione sia presa senza alcun condizionamento esterno da parte di una commissione di volontari che diventano protagonisti e fautori di una decisione epocale in uno dei processi esemplari e cardine della storia della nostra repubblica.
Oltre ai citati Rubini e Popolizio, il cast coeso e ispirato si fa apprezzare in ogni suo componente, in mezzo ai quali fa piacere riconoscere l'attore molto caro ad Avati, Claudio Bigagli e la veterana Betti Pedrazzi.
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