Espandi menu
cerca
Kill Bill. Vol. 2

Regia di Quentin Tarantino vedi scheda film

Recensioni

L'autore

AlbertoBellini

AlbertoBellini

Iscritto dall'8 febbraio 2015 Vai al suo profilo
  • Seguaci 37
  • Post 3
  • Recensioni 177
  • Playlist 1
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Kill Bill. Vol. 2

di AlbertoBellini
10 stelle

 

Dopo aver eliminato le sue ex colleghe, O-Ren Ishii e Vernita Geen, alla sposa non resta che sbarazzarsi di Budd e Elle Drive, prima di dedicarsi al suo obiettivo finale, uccidere Bill.

 

"Come sai, io sono un grande appassionato di fumetti, soprattutto di quelli sui supereroi. Trovo che tutta la filosofia che circonda i supereroi sia affascinante. Prendi il mio supereroe preferito: Superman. Non un grandissimo fumetto, la sua grafica è mediocre. Ma la filosofia, la filosofia non è soltanto eccelsa, è unica. Dunque, l’elemento fondamentale della filosofia dei supereroi è che abbiamo un supereroe e il suo alter-ego: Batman è di fatto Bruce Wayne, l’Uomo Ragno è di fatto Peter Parker. Quando quel personaggio si sveglia al mattino è Peter Parker, deve mettersi un costume per diventare l’Uomo Ragno. Ed è questa caratteristica che fa di Superman l’unico nel suo genere: Superman non diventa Superman, Superman è nato Superman. Quando Superman si sveglia al mattino è Superman, il suo alter-ego è Clark Kent. Quella tuta con la grande “S” rossa è la coperta che lo avvolgeva da bambino quando i Kent lo trovarono, sono quelli i suoi vestiti. Quello che indossa come Kent, gli occhiali, l’abito da lavoro, quello è il suo costume, è il costume che Superman indossa per mimetizzarsi tra noi. Clark Kent è il modo in cui Superman ci vede. E quali sono le caratteristiche di Clark Kent? È debole, non crede in se stesso ed è un vigliacco. Clark Kent rappresenta la critica di Superman alla razza umana."

 

Se nella prima parte Tarantino teneva il ritmo sempre alto, senza mai un attimo di pausa, in questo secondo volume il regista porta lentamente il ritmo a zero, non a caso, il primo tempo era una vera e propria carneficina dall'inizio alla fine, mentre nel secondo tempo le morti sono "solo" tre. Non ci troviamo più di fronte al cinema orientale, ma al cinema wester, un colpo di genio incredibile unire le due atmosfere in un unico film. La sposa depone i suoi abiti da Bruce Lee e si trasforma in una fusione tra Clint Eastwood e John Wayne. Anche qui si alternano fasi prettamente comiche, come l'allenamento di Black Mamba con il maestro di arti marziali Pai Mei, durante il quale il regista delizia la platea con le famose carrellate avanti e indietro della telecamera, a momenti estremamente drammatici come i ricordi, adagiati su un fondale bianco e nero della sposa promessa e oppressa dalla tragedia che l'ha colpita. Ed è proprio qui che facciamo la conoscenza di Bill, interpretato da un immenso David Carradine, un antagonista entrato nell'immaginario collettivo per la sua classe ed eleganza. 

I dialoghi qui sono scritti in maniera perfetta, monologhi che riconducono subito al maestro Tarantino, come quello finale di Carradine sui supereroi (citato sopra), o di Madsen che, inquadrato come Clint Eastwood in "Per un Pugno di Dollari", recita "Quella donna merita la sua vendetta e noi, meritiamo di morire". Semplicemente perfetto.

L'amore che prova Tarantino verso la settima arte, in questo "Kill Bill Vol.2" si può cogliere in ogni inquadratura, ogni movimento di macchina e nelle classiche citazioni come la Thurman che viene inquadrata di spalle mentre lascia il camper, stessa inquadratura di "Sentieri Selvaggi" con John Wayne.
È doveroso inoltre citare due scene indimenticabili: la "resurrezione" della sposa dalla sua tomba, con lo struggente sottofondo de "L'Arena" di Morricone ed il confronto, feroce e spietato, di quest'ultima con l'affascinante Daryl Hannah, che interpreta Elle Driver.

Magnifico il finale, che ribalta la concezione di vendetta dei recenti revenge-movie, in cui la vendetta è qualcosa di giusto. Ma non è affatto cosi, Tarantino fa capire, con la morte di Bill, che la vendetta avrà sempre un pezzo da pagare.

E con "Kill Bill", che mi sento di definire un unico film, dato che venne diviso in due volumi solo per motivi di produzione, Quentin Tarantino firma il suo quarto capolavoro consecutivo, una pellicola che (non) ha riportato alla luce il cinema orientale e western.

Se dopo "Kill Bill" ancora non considerate Tarantino un Autore con la A maiuscola, ho paura che abbiate capito gran poco del suo cinema.

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati