Regia di Brian De Palma vedi scheda film
Inutile dire che tutti i vari Velvet Goldmine, Hedwig, etc. etc. devono in parte qualcosa a questo film con il suo dito puntato contro l'industra discografica, con la sua bizzarria, il suo grottesco portato all'estremo, il suo glam-horror.
Rivendendolo dopo molti anni restano sempre le stesse impressioni: sopratutto da applaudire la scelta di De Palma di non affidare ad attori noti le parti dei protagonisti.
L'uso dei colori, dello split-screen, delle immagini distorte largamente tornato in auge queste ultime stagioni, non fa che aumentare l'effetto di un film sempre attuale, sempre fresco con le sue mille implicazioni: c'è la storia del fantasma dell'opera, mischiata al mito di Faust, a riminescenze wildiane. Ad un certo punto vediamo in soggettiva la scena: sotto il respiro affannoso e meccanico di Winslow Leach, siamo nel 1974: ricorda per caso un tipo pericoloso e vendicativo che arriverà sugli schermi tre anni dopo?
E' bellissima, ci sono dei pezzi da brivido, e grandi interpreti.
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