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Oceano di fuoco - Hidalgo

Regia di Joe Johnston vedi scheda film

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La recensione su Oceano di fuoco - Hidalgo

di scapigliato
6 stelle

Ci sono film che dicono tutto e dicono niente. Film che dicono molto e che dicono poco. Con il western per esempio puoi dire quello che vuoi: tanto o poco, tutto o niente, non importa, sta alla poesia dello spettatore farlo. Con "Hidalgo", western atipico di Joe Johnston, abbiamo impressione di trovarci difronte a qualcosa di grosso, di veramente bello, ma a volte ci sembra proprio il contrario. Ho scoperto che è più un'avventura per ragazzi, rocambolesca, romantica, esotica, e anche molto ironica, invece che essere un wester "purosangue". Questo non è un male, perchè sono pochi oggi i film che sono tornati a mixare avventura con commedia (anche se qui rimane pure lieve), come per esempio "The Mexican", il primo dopo i più fortunati film di Indiana Jones, "Pietra Verde" e "Goonies"; ma anche "Kangaroo Jack" con lo spassoso Jerry O'Connell, oppure il recente "Tesoro dell'Ammazzonia". Rimangono comunque ancora in pochi rispetto agli anni '80.
Se noi paragoniamo questo film con il suo pseudo-originale con Gene Hackman, "Stringi i Denti e Vai!", notiamo differenze evidenti. Primo, un cinema che oggi non si fa più: quello della controcultura anni '70. Il film con la coppia Hackman-Coburn era molto più arrabbiato, e se nel finale accomodante sembrava perdere colpi, confrontandolo con il finale di "Hidalgo", si scopre invece che era molto più controcorrente. Nel film del '75, c'era molta diffidenza verso l'eroismo machista e orgoglioso tipico dell'America, soprattutto in tempo di guerra. Nel film con Mortensen, invece l'eroe, seppur di confine e molto "anti", è comunque un'eroe abbastanza allineato, almeno con la cultura ameriana del "io ce la farò, perchè sono americano". E'comunque un personaggio apprezzabile quello che Mortensen fa di Hopkins, perchè ricorda molto l'antieroe avventuriero alla Harrison Ford, o alla Michael Douglas: eroe sì, ma che si trova in un gioco più grande di lui, e che tra coraggio e anche un po' di goffaggine riesce a cavasela.
Sulla regia, un po' lenta e inutile ogni tanto, possiamo invece trovare analogie con il capolavoro del '75. Quelle aride distese, quei delirii desertici, e la concorrenza spietata che dovevano affrontare Hackman e soci, qui in "Hidalgo" non è resa affatto male. Ma mai come quella cavalcata allucinata di Gene Hackman nel deserto, e poi, mentre insegue Jean Michal Vincent a piedi.... Mai, quella è roba da antologia.

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