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Fratelli per la pelle

Regia di Bobby Farrelly, Peter Farrelly vedi scheda film

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La recensione su Fratelli per la pelle

di EightAndHalf
7 stelle

Solo due fratelli registi potevano realizzare un film del genere. Non si fraintenda, Fratelli per la pelle non è un sano portatore dei valori della fratellanza, anzi, è, insieme a Tutti pazzi per Mary e a Io, me & Irene, una commedia che nel suo genere è praticamente un capolavoro dell'irriverente. Nella simbiosi fra commedia e demenziale, infatti, i Farrelly sanno dare il meglio, e cucire addosso ai loro personaggi simpaticissimi storie adorabili fatte di gag a volte volgari a volte 'da freddura' e indimenticabili situazioni che la sceneggiatura destreggia con verve e un savoir faire quasi d'autore. 
Niente, è chiaro, va preso sul serio. Il film percorre i binari del cinema demenziale di qualità, proponendo come normale e quasi "tenero" l'assurdo della vita di due gemelli siamesi, tanto amici/compagni fra di loro da concedersi qualunque cosa, così da condurre vite quasi separate, seppur vincolate. Dai flirt all'umore, i due si differenziano in tutto, ma il semplice lembo di carne che li unisce per il ventre li lega in un indissolubile patto di amicizia fraterna che non si ferma davanti a nulla. Arrotolandosi beatamente su questa stessa idea per tutte le due sveltissime ore del film, i fratelli Farrelly mettono una situazione esilarante dopo l'altra tanto che sarebbe eufemistico dire che ci si sganascia davvero dalle risate. Certo, bisogna stare al gioco, bisogna capire che nell'apparente normalità il film è un ibrido assai raffinato di comicità "normale" e comicità demenziale, e allora si parte per la tangente dell'umoristico e del surreale, senza che si risparmi niente e nessuno per una trama folleggiante e invero satirica. Il mondo della Hollywood cinematografica e televisiva sa di già visto, ma è splendidamente gestito dai due fratelli, governato com'è da freak e da personalità fra lo snob e il caricaturale. Ma certo non possiamo aspettarci fini psicologie, quello che importa è il sano intrattenimento, e in questo senso il film fa esattamente quello che deve fare. E lo fa fin troppo bene, specie se pensiamo all'esilarante personaggio della fidanzata cinese, che si accorge solo un bel po' dopo della situazione in cui versano i due fratelli (il loro legame carnale, insomma), al produttore sulla sedia a rotelle, a Cher imparruccata di rosso e straordinariamente autoironica e a una Meryl Streep che compare solo due volte e lascia il segno con pochissimo. E che dire poi dei due attori protagonisti, che blaterano dall'inizio alla fine uscendosene con performance davvero ammirevoli (le corse, la mimica dei corpi nonostante i fattori limitanti, le varie gestualità) e risultando esilaranti in svariate situazioni. 
Per non aggiungere poi che anche la regia dei Farrelly risulta assai funzionale ai fini comici della pellicola: basta ricordare la sequenza in cui si gira l'episodio della serie tv, in cui la telecamera degli studios è costretta a seguire Greg Kinnear da vicino per non far vedere il corpo di Matt Damon (e stiamo attenti anche a dopo, quando il problema viene "risolto"), oppure la sequenza in cui i due lottano contro una banda di disturbatori in un locale esibendosi in mosse incredibili ed effervescenti. I Farrelly sono sempre stati capaci di colpire basso gli spettatori più abituati alle commedie "edulcorate", e qui lo fanno con la loro solita verve, con le loro solite misure e la loro solita sana cattiveria. Da vedere e rivedere sicuramente.

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