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Gothika

Regia di Mathieu Kassovitz vedi scheda film

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La recensione su Gothika

di GIANNISV66
7 stelle

Thriller a tinte horror dalle buone premesse, peccato che il risultato finale sia al di sotto delle aspettative. Valido per una visione disimpegnata per chi cerca brividi a buon mercato e nulla di più.

Miranda Grey è una giovane e bella psichiatra che lavora presso un Istituto diretto dal suo consorte, brillante luminare della scienza medica delle malattie mentali e uomo decisamente più anziano di lei. La dottoressa sembra in tutto una donna realizzata, ma in una sera di pioggia al ritorno del lavoro si trova la strada sbarrata da una ragazza in evidente stato di prostrazione e turbamento. Inevitabilmente Miranda scende dall'automobile per capacitarsi della situazione e prestare soccorso, ma gli eventi prendono una piega inaspettata. E subito dopo si risveglia in una di quelle celle preparate per accogliere quei malati mentali da lei curati, questa volta però nello scomodissimo ruolo di paziente, con l'accusa di aver massacrato in un raptus di follia il marito.........

Queste sono le battute iniziali di Gothika, thriller a fosche tinte horror (cosa del resto ampiamente intuibile dal titolo), esordio hollywodiano del francese Mathieu Kassovitz, che si avvale per l'occasione di un cast di sicuro richiamo: la fascinosa Halle Berry nei panni della psichiatra presunta omicida, Robert Downey Jr. in quelli del Dottor Pete Graham, collega innamorato (neanche tanto) segretamente di lei, che la prenderà in cura cercando di trovare una giustificazione in un crimine tanto orrendo, combattuto tra i sentimenti che prova per la sua paziente e l'etica professionale, e infine Penelope Cruz nel ruolo di una ricoverata preda di tremende allucinazioni , apparentemente frutto di un cervello destabilizzato ed invece manifestazioni di una realtà di abusi brutali.

Un film con ottime idee questo Gothika, con alcuni colpi ben piazzati, prima fra tutti la cupa e minacciosa ambientazione, e sotto questo profilo è stata azzeccata la scelta dell'ex carcere di St. Vincent-de-Paul in Canada. Un film girato con molto mestiere, e tutto sommato ben supportato dalle due intepreti femminili: se Halle Berry riesce ad essere credibile nel ruolo della vittima di eventi che sconfinano nel soprannaturale, e tuttavia lasciando trasparire una sana vena di follia che insinua non pochi dubbi nello spettatore, la parte migliore è quella di Penelope Cruz davvero brava a vestire i panni di Chloe, folle paziente apparentemente senza speranza preda di devastanti visioni.

Decisamente meno bravo delle colleghe è Robert Downey Jr. impegnato a dare al suo personaggio un'aria fin troppo sofferente e sconcertata, riducendolo di fatto alla figura meno riuscita di tutta la vicenda.

Ma le ottime idee iniziali, la riuscitissima location e una prova d'attore nel complesso adeguata riescono a salvare solo parzialmente un film non supportato, purtroppo, da una sceneggiatura all'altezza della situazione.

Se nel suo precedente e decisamente migliore lavoro, I Fiumi di Porpora, Kassovitz si era avvalso della collaborazione dello scrittore Jean-Christophe Grangé, autore peraltro del romanzo originale, qui la sceneggiatura è affidata a Sebastian Gutierrez e il risultato è piuttosto deludente.

Pur non mancando i colpi di scena che tengono desta l'attenzione del pubblico, i limiti della narazione emergono piuttosto chiari in vari frangenti (ad esempio la improbabilissima fuga dal manicomio) e i dialoghi non sempre risultano all'altezza. In particolare quelli fra i due personaggi principali denotano più di un passaggio a vuoto proprio per una intepretazione di Downey piuttosto stereotipata e poco convincente.

Alla fine Gothika non mantiene se non in piccola parte le sue numerose promesse, e se lo mettiamo a confronto con un film piuttosto affine, anch'esso in bilico fra il thriller e la ghost-story, come Le Verità Nascoste di Robert Zemeckis (che del film di Kassovitz è per ironia della sorte uno dei produttori), uscito qualche anno prima e decisamente più riuscito e meglio costruito, allora ne emergono ancora più evidenti i limiti sopra elencati.

Tutto sommato un film godibile per una visione rilassante in una serata invernale di pioggia battente, ma nulla più di questo. Ad innalzare il voto finale, che sarebbe una sufficienza non stiracchiata ma neanche abbondante, ci pensa la scena finale accompagnata dalle note di una cover molto suggestiva di Behind Blue Eyes degli Who eseguita dai Limp Bizkit. Solo per quella mezza stella in più.

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