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A/R Andata + Ritorno

Regia di Marco Ponti vedi scheda film

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La recensione su A/R Andata + Ritorno

di speedy34
6 stelle

Che la “giovane” promessa Marco Ponti ci sapesse “fare” con la macchina da presa lo avevamo intuito con il suo lungometraggio d’esordio (ottimo successo di critica e di pubblico) del 2001 “Santa Maradona”. La conferma arriva puntuale con il suo secondo film “A/R Andata + Ritorno”: Ponti gioca a suo agio con il giocattolo cinema, è un narratore spigliato e “moderno” ed un direttore d’attori appassionato ed oculato (qui regala due splendide caratterizzazioni agli attori “televisivi” Kabir Bedi e Remo Girone). Ma questa volta sembra voglia strafare e dimostrare a tutti i costi che il successo del suo esordio non è stato il frutto di una semplice coincidenza o del caso! Così mescola generi, personaggi, toni, storie, caratteri non sempre ben governati da una regia ed una scrittura “ruffiana” e “macchiettistica” nella creazione di “tipi” e situazioni, poco attento a creare un ampio respiro narrativo che dia compattezza e linearità alla sua storia romantica. Dante (Libero de Rienzo che rifà il fortunato personaggio del film “Santa maradona” che gli ha regalato la prima popolarità) è un pony express in bicicletta, nato e vissuto in una grande città, (Torino, crogiuolo di diverse razze e lingue) dalla quale non è mai uscito. Nina (Vanessa Incontrada, solare ed ironica nei panni di un personaggio che progressivamente perde grinta e forza narrativa), nata in Spagna, è un hostess di professione. Hanno entrambi 25 anni e parecchi conti da fare con le loro vite. E tutta la parte che vede contrapposte le loro esistenze in un montaggio alternato, frenetico e vivace (Dante vuole partire e così si indebita con loschi malviventi mentre uno sciopero generale “costringe” Nina a “rimanere a terra” a meditare sulla sua vita amorosa) sono i minuti più riusciti di un film che nel suo successivo ed (in)volontario omaggio (nelle scene della preparazione del “colpo”) ad opere come “I soliti ignoti” o “Ocean's Eleven” si sfilaccia tra cadute di ritmo, inverosimiglianza di situazioni, voglia di stupire ed “agitare” la macchina da presa a discapito di un interessante prologo che così non mantiene le sue promesse.

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