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Audition

Regia di Takashi Miike vedi scheda film

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La recensione su Audition

di maghella
8 stelle

Un film che mi ha preso minuto dopo minuto, mi ha colto di sorpresa, perchè non sapevo bene a cosa stavo andando incontro con la sua visione. L'inizio melanconico, molto giapponese, un po' lento forse, a tratti romantico, lo fanno apparire come un film profondo e ti ci ritrovi dentro senza accorgertene. La perdita precoce della moglie di Aoyama, lo segnerà per molti anni, e solo una frase a bruciapelo detta dal figlio adolescente, lo scuoterà dal torpore affettivo nel quale si era rinchiuso, per poter cercare una nuova compagna. Il film prende una piega quasi introspettiva, e il trucco dell'amico di Aoyama di fare una audizione per un provino per un film che non verrà mai fatto, per poter avere a disposizioni più ragazze possibili da visionare, appare un po' cinica, ma pedonabile, visto la bontà degli intenti, di poter trovare una futura moglie per il buon amico, che finalmente sembra essersi convinto di potersi risvegliare dal lungo torpore, e da una routine familiare troppo stanca. Alla audizione partecipano tante giovani ragazze, ma soltanto una sembra attirare Aoyama per la sua bellezza, classe e sensibilità: Yamazaki Asami. L'approccio iniziale, un primo appuntamento, e la promessa di una telefonata da parte di Aoyama che tarda ad arrivare. Ma quando arriva, arriva anche l'amore per Aoyama, che finalmente si lascia andare al ritrovato sentimento, pronto per una nuova vita. A niente valgono le parole dell'amico che sostiene che si sta facendo prendere dall'entusiasmo, che nessuna voce del curriculum della ragazza ha trovato un raffronto, a niente valgono le richieste del figlio che vorrebbe conoscere la fidanzata del padre. Aoyama passa una notte con la bella Yamazaki, che lo mette a conoscenza del suo corpo e delle sue strane ciccatrici, domandondogli se la amerà per sempre, solo lei. La promessa di lui risulterà fatale. Dopo l'amore comincia una scoperta di misteri che circondano la bella Yamasaki, che intanto è sparita, e come un fantasma lascia che il suo nuovo amore scopra tutto di lei. Inquietanti le scene di lei accucciata in una stanza con un sacco che si muove, angosciante le rivelazioni del vecchio e sadico istruttore di danza che ha inflitto violenze e depravazioni alla piccola Yamasaki all'età di 7 anni....e infine atroci le rivelazioni di un omicidio avvenuto nel posto di lavoro di un anno prima di Yamazaki, dove la padrona fu ritrovata a pezzi, e altri pezzi di altri corpi (lingua, orecchio e dita) furono ritrovate nelle vicinanze. Da qui comincia la terza parte del film, quella più delirante, che non ha più niente a che vedere con la prima parte romantica e introspettiva del film. Yamasaki tende una trappola in casa di Aoyama, torturandolo, amputandogli un piede, conficcando aghi lunghissimi nel corpo. Scene al limite della sopportazione, che nonostante tutto appaiono più incoprensibili proprio perchè compiute dalla sempre più bella Yamazaki, che con voce dolce e suadente continua le sue orribili torture. Il finale è delirante e non lo svelerò perchè molto bello. Cosa può portare a diventare così crudeli? La crudeltà provata in tenera età da parte della piccola Yamazaki? Chi non è mai stato amato pretende tutto l'amore incondizionato da parte del prescelto a questo sentimento, che improvvisamente diventa una prigione, una corazza, una una vergine di Norimberga, che più ci abbraccia e più ci uccide. Il regista Takashi Miike gioca molto sul "vero-falso", su ciò che è e su ciò che può essere, il dubbio che tutto è un incubo, e che invece tanto dolore è possibile se si è provato, si vuole farlo riprovare, come una lunga catena di sentimenti e sofferenze..."Le parole possono mentire, il dolore non mente mai, il tuo corpo te lo rivela"....questa una delle terribili frasi in uno dei momenti più atroci del film. Mentre tutta la dolcezza di Yamazaki, alla fine appare solo come un disco rotto, un trucco, imparato per addescare le proprie vittime, mentre la sincerità si trova solo nelle ciccatrici di un corpo mutilato. Molto bello.

Su Takashi Miike

Curata, prende a poco a poco, si rimane impigliati nell'intreccio della storia, come il protagonista rimane intrappolato dalla bella Yamazaki, questo grazie a una regia curata, ad una buona costruzione dei personaggi. Qualche incertezza nella parte più difficile del film, l'ultima, dove alcune cose rimangono in sospeso non a scapito, però, della riuscita finale.

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