Regia di Roberto Andò vedi scheda film
Il cinema deve raccontare storie... poi queste possono piacere o meno ma senza alcun dubbio, al di là di aridi e freddi esercizi stilistici/autorali o di demenziali ed incomprensibili plot di tanta produzione cinematografica, uno dei suoi compiti principali è proprio quello di appassionarci, incantarci, farci sognare, emozionarci con i suoi più incredibili e diversi racconti. Ed allora la storia creata dal regista Roberto Andò e dallo sceneggiatore Salvatore Marcarelli per il film "Sotto falso nome" (uno scrittore famoso dall’identità misteriosa vede minacciata la sua famiglia ed il suo lavoro dai ricordi di un passato ingombrante) potrà coinvolgere o lasciare indifferenti (mi inserisco fra questi!) ma nulla da eccepire su una confezione tecnica, regia ed interpreti perfettamente in parte che danno vita ad un "prodotto" degno rappresentante del buon cinema "europeo" d’esportazione. Dopo "Il manoscritto del Principe", Roberto Andò ritorna ai suoi vecchi appunti giovanili per costruire una secondo film ricco di suggestioni, atmosfere sospese, personaggi "letterari" immersi in un noir non convenzionale ma dal pathos rarefatto e freddo. E se Daniel Auteil nei panni dello scrittore Serge Novak rifà il suo "bugiardo" e "scuro" Jean Claude Romad protagonista del film "L’avversario" mentre Greta Scacchi è una moglie incolore ed esageratamente invecchiata, è il volto imperfetto e seducente della nuova musa del cinema francese Anna Mouglais ( la misteriosa consorte del loro figlio) a regalarci le uniche calde emozioni di questo agghiacciante gioco al massacro e micidiale nascondino dove l’apparenza e la verità sono le luci e le ombre di quell’oscuro mistero che è la vita umana.
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