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Mio zio

Regia di Jacques Tati vedi scheda film

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Carlo Ceruti

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La recensione su Mio zio

di Carlo Ceruti
4 stelle

Tati, per quel che mi riguarda, può anche finire nel dimenticatoio.

In una casa stramba e piena di diavolerie tecnologiche, vive una tranquilla famiglia borghese che fa discorsi banali. Poi arriva Monsieur Hulot e scombina qualcosa...

Mio zio è uno di quei film in cui mi sento 'fuori dal coro'. La verità è che non amo Jacques Tati, non mi diverte, non mi stuzzica affatto il suo personaggio di Monsieur Hulot che non è altro che il solito scombinato assorto e fuori dal mondo che, a differenza dei grandi scombinati della storia del cinema comico (come Chaplin, Keaton e Lewis), non ha nessun fascino, non resta impresso, non ha personalità e si ricorderebbe a malapena se non fosse per la sua gigantesca pipa. Tati vuole far satira sulla tecnologia e sulla borghesia (ispirandosi un tantino a Chaplin e Keaton e mescolandoli), crea delle situazioni interessanti ma non le porta mai oltre il livello di rottura, il suo umorismo è troppo sottile per un film comico e la comicità resta troppo spesso solo accennata, col risultato che non si ride. Oltretutto, come dicono i più noti luoghi comuni sul cinema francese, è di una lentezza snervante. Mi spiace ma Chaplin e Keaton sono lontani anni luce; Tati, per quel che mi riguarda, può anche finire nel dimenticatoio.

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