La recensione su Pillion - Amore senza freni

di alan smithee

6 stelle

43 TFF: FUORI CONCORSO / FESTIVAL DI CANNES 78: UN CERTAIN REGARD - MIGLIORE SCENEGGIATURA

Un timido e mitebtrentenne di nome Colin (Harry Melling), cantante e musicista, incontra per caso in un bar un affascinante motociclista con aria da duro, e ne rimane folgorato (Alexander Skarsgård).

Pur facendo finta di ignorarlo, lo scultoreo centauro lascia al ragazzetto minuto e gracile un biglietto da visita, che si rivelerà la chiave utile per potersi incontrare di nuovo, di sera, all'aperto, con i rispettivi cani a passeggio, circostanza che permetterà loro di intraprendere un primo, seppur frugale, ma assai concreto, rapporto sessuale, attraverso cui si chiariranno perfettamente i rispettivi ruoli dei due. Un "dominator" il colosso biondo, dinanzi ad un sottomesso che prova piacere dall'essere usato in modo autoritario.

Colin, trattato come un servo obbediente e solerte dall'autoritario e sin arrogante padrone, verrà altresì introdotto nella singolare comunità di motociclisti gay a cui appartiene Ray, venendo sempre più concretamente iniziato a un mondo di dominazione e sottomissione, attraverso pratiche che consentono al ragazzo di sperimentare un percorso di nuova consapevolezza di sé stesso, trovando nella di e den, a e sottomissione ad un padrone, una vera ed esaustiva forma di libertà ed indipendenza.

Ma si tratterà davvero di vera libertà, o Colin si troverà ad uscire da un guscio familiare castrate, per trovarsi in balia di un uomo a affettivo ed arrogante?

Un bel quesito, che il dolce Colin sperimenterà con la propria persona a suo di comandi, ordini perentori e servilismo fine a se stesso.

È un film simpatico, dolce ed ironico questo Pillion, opera prima sciolta, disinvolta e pure coraggiosamente piccante ed audace nella rappresentazione di amplessi e situazioni sessualità decisamente "calde" ed elaborate, a cura dell'anglosassone Harry Lighton, che è stata coerentemente premiata per il brillante script al Certain Regard di Cannes 2025.

Merito della riuscita di questa fresca e maliziosa commedia si può attribuire anche alla scelta azzeccatissima dei due interpreti protagonisti: il corpulento e armonioso "vichingo" Skarsgård a cui fa da contraltare un ancor più convincente, fantastico Harry Melling, che qui conferma, c'è ne fosse stato realmente bisogno, le sue doti di fine interprete, alternando quasi sempre ruoli angelici e solari a quelli da "méchant".

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