Espandi menu
cerca
Facciamo l'amore

Regia di George Cukor vedi scheda film

Recensioni

L'autore

EightAndHalf

EightAndHalf

Iscritto dal 4 settembre 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 233
  • Post 59
  • Recensioni 1018
  • Playlist 35
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Facciamo l'amore

di EightAndHalf
5 stelle

Tra le regie meno brillanti di Cukor, Let's Make Love rispecchia un intero genere cinematografico, quello della commedia cantata, rispolverandone i classici (ci sono anche Bing Crosby e Gene Kelly) e ricalcandone i toni, tanto da non riuscire davvero, nell'ambito delle dinamiche degli eventi, ad andare oltre il semplice intreccio ad equivoci, benché gli elementi curiosi e interessanti non manchino. Dopo aver visto Marilyn ballare in maglione e calzamaglia tra una mandria di esemplari del genere maschile, il protagonsita Yves Montand decide di dare inizio a una colossale bugia che è anche curioso gioco delle parti, in cui lui diventa imitatore di se stesso, e, costretto a conquistare il cuore della sua donna, cerca di inoltrarsi nel mondo dell'arte tramite denaro, insegnamenti, senza riuscire mai a migliorare. Sorvolando sulle inevitabili generalizzazioni (che da Cukor magari non ci si aspettava del tutto), il film trova il suo punto di forza nell'intenzione di parlare, in termini puramente metateatrali, di autoironia e autodissacrazione, e di cercare, in maniera leggermente grossolana, di demistificare il potere del denaro che non riesce a colmare le lacune artistiche, che anzi tenta di sostituirle colmando i vuoti di un talento mancato e inoltrandosi illecitamente nell'attività teatrale che vede come componente fondamentale proprio quella Marilyn che ballava in maglione e calzamaglia. In questo leggero e solo sottilmente critico spaccato dell'invadenza e della pericolosità del denaro, che dimezza l'arte e la inaridisce (vedi il cantante che viene escluso da una parte per il capriccio del protagonista e si dà all'alcolismo), Cukor sembra più interessato a osservare la sua bella Marilyn che il più delle volte, tranne forse in The Misfits e in pochi altri ruoli, sembrava interpretare se stessa, non tanto quella che veramente era, ma il modo in cui appariva agli altri, anche se il suo stesso personaggio, tra strafalcioni su Alexandre Dumas (il nome finto del protagonista) e ingenuità varie ed eventuali, cerca di recuperare andando ai corsi serali di storia, geografia e molte altre materie. Gli uomini, però, ostacolano il suo percorso. Specie conoscendo, a questo punto, la vita di Marilyn Monroe, sconvolta dagli uomini che la circondavano e che spesso la umiliarono, come di fronte a molti altri film l'unica possibile reazione è quella della commozione nei confronti di una dedizione attoriale assoluta (rimane un'ottima attrice, non capace di fare solo una parte ma volutamente limitata da tutti a fare solo una parte - e forse solo Wilder e Huston cercarono di riscattarla) e di un tentativo, nella sua interpretazione, di rivedere anch'essa la sua stessa vita (effetto inevitabile, essendo anche nella realtà simbolo della bellezza tenera e al contempo sensuale) ed esorcizzare i demoni che molti altri scritti raccontano riguardano i suoi eventi privati. Il film, oggi, rimane un interessante affresco di una star del passato, di come 'odiasse essere presa in giro' e di come cercasse di assumere sempre maggiore dignità, attraverso un'arte che oggettivamente riusciva a realizzare e a vivere, diversamente dai falsi fantocci capaci solo di raccattare ed acquistare. Il lieto fine è inevitabile, e non ci si può far niente: certo a Cukor, che qui fa intravedere una certa abilità solo nelle scene di canto, sembra non interessare (o forse lui stesso non poté essere interessato a) mantenere lo sguardo sul filo della satira. Il prodotto finito è un consolante compromesso, neanche tanto approfondito, viste le premesse, tra ricchezza e arte, fra avidità e amore. Un amore che almeno ad Hollywood trionfa(va).

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati