Regia di Spike Lee vedi scheda film
Film profondamente razzista accolto invece da una critica cieca e falsamente 'aperta' come provocazione antirazzista. Buona la realizzazione tecnica del prodotto, inaccettabile l'ideologia alla sua base.
Viviamo in una società nella quale chi sta più in alto (ma appena un millimetro più in alto, badate bene) nella cosiddetta scala sociale è stato indottrinato a preoccuparsi così tanto del politicamente corretto dal risultargli ormai impossibile comprendere la differenza tra il non approfittare del prossimo e il lasciare che il prossimo approfitti di lui a ragione di non meglio precisati atavici sensi di colpa. Ed ecco che in tale socialmente poco lusinghiero momento storico, un personaggino arrogante e truffaldino come Spike Lee nasce, cresce e diventa vigoroso grazie ai complimenti di chi accetta e spaccia il suo razzismo come antirazzismo. Razzismo contro i bianchi e in particolare contro gli italo-americani, ovviamente non contro i neri, ma sempre razzismo è. Il nucleo del suo cinema, da sempre elogiato come campione di lotta al razzismo, è esattamente questo: razzista! E allora perché accettarlo (e lodarlo)? Pensiamo a un regista bianco contemporaneo che dipingesse i neri (o gli asiatici, o i pellerossa) come Lee dipinge i bianchi. Pensiamo a un “Fa' la cosa giusta” a ruoli invertiti. Come verrebbe ricevuto? In primo luogo non verrebbe ricevuto affatto perché non troverebbe né un produttore né un distributore, ma qualora dovesse riuscire a vedere la luce verrebbe immediatamente etichettato -e con tutte le ragioni- di 'inaccettabile', 'becero' e 'razzista'. E allora perché questi due pesi e due misure? Facciamo per una volta noi la 'cosa giusta' e mandiamo a fare in culo questo cinema fazioso così come mandiamo giustamente a fare in culo i vari Calderoli e Borghezio. Detto ciò, Spike Lee è senz'altro bravo dietro la macchina da presa e qui lo dimostra ancora una volta, da qui il voto 4 e non 1.
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