Espandi menu
cerca
La fine della famiglia Quincy - Io ho ucciso!

Regia di Robert Siodmak vedi scheda film

Recensioni

L'autore

Baliverna

Baliverna

Iscritto dal 10 luglio 2009 Vai al suo profilo
  • Seguaci 105
  • Post 4
  • Recensioni 2108
  • Playlist 26
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su La fine della famiglia Quincy - Io ho ucciso!

di Baliverna
6 stelle

In una grande casa di provincia vivono due sorelle e un fratello, ormai da troppi anni. Quando una ragazza si innamora di lui, solleva la pietra con nascosta sotto la serpe velenosa.

E' un'opera che mostra la stoffa del regista, ma pure presenta certe vistose ammaccature, dovute molto probabilmente a problemi produttivi. L'inizio troppo brusco e il finale frettoloso forse furono necessari a causa di ristrettezze finanziarie, mentre è abbastanza evidente che il lieto fine fu appunto imposto dalla produzione per scelta commerciale. E non funziona. Non perché sia lieto, ma perché è evidentemente appiccicato con lo sputo in fondo all'ultimo rullo, e in constrasto con il resto della pellicola.
Precisato questo, non è affatto un film privo di valore. Il regista tenta di sviscerare un tema già congeniale a Jacques Tourneur: la presenza in una famiglia e nelle persone di un male nascosto o latente, che si manifesta chiaramente in presenza di una sollecitazione esterna. Come in "Il bacio della pantera" e "Schiava del male" di Tourneur, è l'amore l'elemento perturbatore e potenzialmente risanatore. In questo caso si tratta un rapporto incestuoso tra fratello e sorella, dove la seconda domina il primo quasi senza che lui ne sia consapevole. Non si tratta dell'incesto fisico, ma di quello velato e sentimentale, non per questo però meno duro da esptirpare. La sorella è evidentemente legata al fratello da un sentimento malato e perverso, per proteggere il quale è disposta a tutto. Come sempre in questi casi, chi tenta di recidere questo legame suscita l'odio della parte dominante, che qui è appunto la sorella. Lui ne è succube, e non riesce a vedere le di lei macchinazioni, manovre e ricatti morali volti a tenerlo legato a sé. Rispetto alla sorella, la quale è irrimediabilmente incestuosa, lui si trova in una zona grigia. Non è cioè un uomo equilibrato e libero interiormente, ma potrebbe, con un po' di decisione, smarcarsi da lei, sciogliere il laccio che lo tiene legato e vivere una vita autonoma con la donna che ama. Potrebbe farlo, appunto, ma il ricatto morale è sottile e insidioso, e la suggestione che ne deriva quasi accecante. E potrebbe lasciarsi sfuggire l'ancora di salvezza che gli viene gettata. Il rancore e i rimpianti del poi sono tardivi e inutili.
Proprio peccato che il produttore abbia ficcato il naso un po' troppo in questo film dalle grandi potenzialità. Certi registi come Siodmak bisognerebbe semplicemente lasciarli lavorare.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati