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School of Rock

Regia di Richard Linklater vedi scheda film

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La recensione su School of Rock

di GIANNISV66
10 stelle

Una lavagna, uno strano professore dallo sguardo invasato, un gruppo di attentissimi allievi. E sul tabellone nero schizzi di gesso ad illustrare la genealogia del rock. Se ci fosse una classifica delle scene di film che siano riuscite, pur durando pochissimi secondi, a conquistarsi la definizione di cult, forse questa arriverebbe al primo posto.

In quel fotogramma c’è l’essenza di questa pellicola, diretta da Richard Linklater, basata interamente sulla forza dirompente del rock e che trova in un Jack Black  al suo meglio il protagonista perfetto.

Dewey Finn (per l’appunto Jack Black) è un musicista  di grande ambizioni e di piccolissimo presente. Nulla in lui è compatibile con l’immagine della rockstar, è sovrappeso in maniera imbarazzante ed è pure convinto di avere un talento oltre il normale massacrando quelli della sua band con assoli fuori luogo, motivo per cui alla fine ne viene cacciato.

Senza una occupazione, soprattutto senza soldi, vive alle spalle dell’amico Ned (ex bassista della prima band di Dewey e adesso insegnante di scuola elementare con grandi prospettive di carriera) che lo ospita nonostante la contrarietà della sua fidanzata.

Proprio spacciandosi per Ned, Dewey ottiene un impiego assai ben retribuito di insegnante in una dei più prestigiosi Istituti scolastici della città, e dopo un inizio difficoltoso (a dire poco), il nostro decide di  insegnare agli usurpati scolari la cosa che meglio conosce e cioè il verbo sacro del rock.

Inizia così una vicenda spassosissima, con ragazzini straviziati dell’alta borghesia che scoprono di avere un’anima popolare (la lotta contro il “potente” predicata dal professor Dewey) e una preside (una straordinaria Joan Cusack) iper-formale e iper-repressa che scopre il suo lato sbarazzino grazie a una birra e a Stevie Nicks ("Edge of seventeen").

Un film cui l’aggettivo “divertentissimo” è davvero consono, un Jack Black ispirato e talmente bravo che sembra quasi che non reciti ma faccia sé stesso (il sospetto che tra Jack e Dewey le differenze siano minime in effetti c’è tutto) supportato da una banda di attori - bambini davvero bravi (tra i quali spicca Miranda Cosgrove - famosa tra i ragazzini per la partecipazione a iCarly - nel ruolo della pepatissima mini-manager Summer) e soprattutto da una Joan Cusack talmente brava da rubargli in qualche occasione la scena.

Finale degno con concerto e ovazione, anche da parte dei genitori recalcitranti che passano dalle carte bollate all’applauso.

Concludo segnalando una frase a mio avviso sintomatico del nume ispiratore di questo film: “Siamo in missione: un solo grande Rock-Show e cambierai il mondo!”. C’era un grande, anzi un grandissimo, anche lui un po’ in soprappeso parlava di una missione, la sua però era per conto di Dio.

 

Sulla trama

Una lezione del professor Dewey Finn: “Vuoi imparare qualcosa? Ecco una cosa utile a tutti mollate, perché tanto in questa vita non si vince,si provateci ma perderete più che alla grande perché il mondo è dell'uomo potente .. di chi? del potente oh non conosci il potente?! È dappertutto alla casa bianca in corridoio la Mallins lei è il potente e il potente buca l’ozono e sta bruciando l'Amazzonia ok?!esisteva una maniera di fregare il potente si chiamava rock ' n roll ma indovinate?!oh no il potente ha corrotto anche quello con una cosina di nome MTV quindi non perdete tempo a fare qualcosa di fico o puro o grandioso tanto il potente vi darà del perdente ciccione schifoso e vi mangerà l'anima quindi fatemi un favore e rinunciate!”
 

Sulla colonna sonora

All'altezza del film, troviamo il meglio dell'Hard Rock (del resto lo spirito degli AC/DC e di Angus Young aleggia su tutto il film e si materializza nel finale con Jack - Dewey vestito da scolaretto), con una chicca come la canzone degli Zeppelin "Immigrant Song" (gli Zeppelin rarissimamente hanno concesso le loro canzoni per film)

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