Espandi menu
cerca
Il cartaio

Regia di Dario Argento vedi scheda film

Recensioni

L'autore

DeathCross

DeathCross

Iscritto dal 26 ottobre 2013 Vai al suo profilo
  • Seguaci 39
  • Post 14
  • Recensioni 226
  • Playlist 43
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi
Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Il cartaio

di DeathCross
3 stelle


Leggendo vari commenti ho capito che "Il Cartaio", "Giallo" e "Dracula 3D" si contendano il poco encomiabile trofeo di peggior film di Dario Argento: insomma, per fare dell'ironia (brutta e scadente, purtroppo tristemente in linea con la decadenza artistica dell'Autore di "Suspiria") potremmo parlare di una trilogia delle tre merde.
Il confronto tra Argento e Stoker mi manca ancora (ed è intanto l'unica mia lacuna all'interno della filmografia argentiana), ma posso dire con tranquillità che finora "Il Cartaio" si può (s)fregiare del titolo non solo di «peggior film argentiano» ma anche di «punto più basso mai raggiunto nel Cinema da un Autore con Capolavori nel proprio passato artistico». Se non l'avessi visto dall'inizio conoscendo titolo e Regista ma avessi dovuto beccarlo casualmente in tv, penso che probabilmente l'avrei scambiato per una puntata random di qualche (più che mediocre) serial televisivo italiano a tema poliziesco. Argento conserva l'abc tecnico del cinema ma non fa sentire nemmeno un briciolo di personalità, forse perché questa volta nemmeno lui è riuscito a credere nel suo progetto: la fotografia è televisiva (come nel successivo "Giallo") e paradossalmente riesce ad essere tanto più interessante tanto più la luce è assente (e secondo me non è un buon segno se l'attenzione è tanto più catturata quanto meno si riesce a vedere qualcosa), i trucchi di Stivaletto sono limitati a dei cadaveri senza avere la possibilità di farsi ammirare durante le uccisioni, pure le musiche di Simonetti (salvo qualche momento orecchiabile che ricorda le Colonne sonore del passato) riescono a raggiungere la bruttezza! Il cast è poi mediocre: gli e le interpreti comprimari/e o danno il minimo oppure fan cagare (perché prive di espressioni e/o sfoggianti mimiche e voci pessime), Cunningham è palesemente scazzato (per me si sbronzava davvero), Muccino ricorda una versione completamente incapace e insopportabile di Russel Crowe (che pure mi sta sul cazzo come attore), Santamaria è un pezzo di marmo per quasi tutto il film salvo poi ribaltarsi nel finale provando inutilmente ad infondere follia al personaggio con un'interpretazione ridicolmente sopra le righe e Rocca sembra una barbie che prova senza convinzione a rendere verosimile il proprio personaggio, salvo poi pure lei ribaltarsi nel finale con una recitazione (anch'essa) ridicolmente sopra le righe, ma al contrario del collega almeno fa intravedere qualche dote attoriale (e il suo andare sopra le righe è, a parer mio, più spassoso).
Ma il problema maggiore de "Il Cartaio" è proprio la regia: come accennato Argento resta professionalmente corretto, ma la sua è una correttezza scolastica priva di personalità che si potrebbe apprezzare solo da uno studente appena diplomatosi da qualche scuola di cinema, non certo da un Regista con lunghissima esperienza e Autore di diversi Capolavori. Partendo da una sceneggiatura imbarazzante¹, il Regista di "Profondo Rosso" pare non impegnarsi nemmeno un attimo a rendere interessanti le scene mostrate, e con questo fa calare vertiginosamente la tensione aspettata dal Genere e a maggior ragione dal suo Nome. L'idea della partita a poker online, che già non mi entusiasma tanto ma che in mano ad un Autore brillante (e Argento lo era) ma soprattutto convinto avrebbe potuto dare vita ad un interessante scontro a distanza tra detective e killer, viene rappresentata con una piattezza imbarazzante: i vari "match" sono costruiti su uno schema noiosissimo, alternando la visione ridicola del gruppo di poliziotti asserragliato dietro al pc ad inquadrature interminabili sul monitor, con solo la partita a carte e una finestra webcam delle vittime sofferenti in mostra, il tutto condito dall'insopportabile tema musicale. Argento, Maestro in passato nella messa in scena di omicidi efferati, qua si rifiuta di mostrare in campo la violenza (sprecando vergognosamente la presenza di Stivaletti agli effetti speciali) prediligendo la visione di un gruppo di gente impegnate a guardare uno schermo urlando minacce ad un tizio che non può sentirli, questo sia nelle sconfitte che nella vittoria. Punto. Basterebbe questo per descrivere lo sconcerto. Purtroppo bisogna aggiungere che quando Argento, soprattutto nel finale, decide di mettere in scena qualche azione che non sia una partita a poker online guardata come se fosse una partita di calcio da un gruppo di sbirri (strano che non si raggiunga l'empatia per le forze dell'ordine), anche qui non riesce ad evitare la delusione. I "rapimenti" delle ragazze sono mostrati molto brevemente e interrompendosi pure male (per la figlia del commissario e la vittima precedente manco vediamo un accenno di rapimento, e se non fosse ovvio lo scopo delle loro brevissime scene si potrebbe pensare che non abbiano motivo di esistere queste sequenze), la storia d'amore tra Rocca e Cunningham è forzatissima, tutti i dibattiti tra i vari poliziotti non portano a nulla, le piste di indagine sono buttate lì tanto per dare l'idea che qualcosa si muova e nelle scene conclusive si ha l'impressione di voler chiudere il film e tanti saluti (in questo però si raggiunge una perfetta sintonia col pubblico): l'epilogo conferma ciò, con un colpo di scena inutilissimo e i titoli di coda che scorrono con protagonista in campo, quasi a voler ripetere i Finali di "Profondo Rosso" e "Suspiria" (ma credo anche altre Opere argentiane) ma senza avere nemmeno un briciolo di forza.
Per concludere, "Il Cartaio" è il Vuoto, un film privo di personalità e di impegno che rappresenta un punto così basso e inconcepibile per un Autore che, in passato, ha realizzato autentici Capolavori artistici: è un concetto, questo, che non si riesce ad evitare di ripetere, perché la Delusione è pesantissima, anche se si è preparati al risultato²: un film di una tristezza unica, che deturpa definitivamente la Gloria raggiunta da Argento in passato.

¹ Dario Argento secondo me ha sempre puntato più sulla Costruzione audio-visiva che su narrazione e dialoghi, ma un tempo almeno anche in questi aspetti era personale: qua le scene sono banali e molte battute sembrano scritte consultando un generatore automatico casuale
² Tra l'altro mi ero pure spoilerato il finale (anche se poi l'avevo quasi dimenticato), e per questo non me la sento di dire che il killer è intuibile dalla prima inquadratura: ne sono convinto pure io, però per onestà non posso affermarlo veramente visto che avevo già guardicchiato in passato parte della clip sulle rotaie.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati