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Eva contro Eva

Regia di Joseph L. Mankiewicz vedi scheda film

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La recensione su Eva contro Eva

di aurtom
8 stelle

Avevo cinque anni quando, nel 1952, vidi questo film al cinema, al tempo della sua uscita nelle sale. Bambino quale ero allora, di esso mi rimase nella memoria solo la scena in cui Bette Davis accendeva la radio in macchina: nel 1952, in Italia, questo era un gesto che svelava una quasi fantascientifica way of life americana, una ricchezza inimmaginabile per un povero italiano di prima del boom,quando non era ancora comparsa all'orizzonte nemmeno la FIAT 600, e il possesso di un'automobile era il vero status symbol della persona facoltosa.A 50 anni da allora, mi rendo conto che involontariamente avevo fermato nella memoria quella che è davvero la scena chiave del film, in cui la protagonista, Margo, si confida, per la prima volta indifesa nei suoi sentimenti di donna, ai suoi migliori amici che, a sua insaputa, le hanno appena giocato invece un tiro davvero per nulla amichevole.E questa è un po' la situazione di tutto il film, rappresentazione davvero spietata della falsità dei rapporti nell'ambiente teatrale, dove, con il sorriso sulle labbra,vengono commesse le più schifose nefandezze.Un po'teatrale è anche la recitazione dei protagonisti , specie di quelli maschili "giovani",mentre è splendida la prestazione di George Sanders, il perfido critico giornalista che perpetra i suoi misfatti per il semplice piacere di baloccarsi con le vite altrui (...e quanti critici lo fanno davvero senza alcuna remora!).I personaggi si muovono come in un meccanismo a orologeria che a ogni passo minaccia di stritolarli, ma che essi stessi con le loro azioni contibuiscono a tenere ben oliato: non è possibile stabilire quale degli attori sia più bravo nel ritrarre il proprio personaggio, data l'estrema aderenza di ognuno di essi a uno stile di recitazione leggermente sopra le righe,quasi a sottolineare che si tratta di un "doppio teatro",dove ognuno, vivendo la proprio vita, é comunque e sempre perfettamente conscio di star recitando una parte.Pur in un ruolo di contorno, Thelma Ritter , famosa "scene stealer", riesce anche qui spesso a rubare la scena ai suoi più titolati colleghi (se vi capita,leggete l'autobiografia di Debbie Reynolds, in cui vengono perfettamente descritte le astutissime tecniche della Ritter per distrarre, con gesti o espressioni, l'attenzione dello spettatore dagli altri attori più importanti).

Sulla colonna sonora

La musica che accompagna i titoli di testa può sembrare incongruente , con il suo andamento galoppante, rispetto all'ambientazione "cittadina" della trama, e sembra quasi più adatta a un western o a un film del ciclo, chessò, della Tavola Rotonda, con cavalli e gualdrappe. Ma poi, in una scena che si svolge alla fine di una recita teatrale, si svela il mistero: la musica roboante è parte di certa tradizione americana di impiegare anche nel teatro di prosa un'orchestra che ha il compito di eseguire,prima dell'inizio e dopo l'ultima chiusura di sipario, una musica il più impetuosa e squillante possibile , come introduzione prima e come congedo poi, a sipario chiuso.E, con grande coerenza, il film stesso si svela così per quello che è, e cioè una "commedia" su un palcoscenico a due dimensioni, che con un linguaggio compiutamente cinematografico conserva però gli orpelli esteriori del teatro di prosa, vero protagonista e deuteragonista al tempo stesso: una delle più grandi dichiarazioni d'amore al mondo del teatro da parte di un regista cinematografico.Un appunto al compositore Alfred Newman? Quello di aver pescato a piene mani da una sua partitura precedente, quella di "Femmina folle", di cinque anni precedente, di cui sono perfettamente riconoscibili temi, melodie e perfino l'orchestrazione.

Cosa cambierei

Non farei sparire di botto, a circa metà del film, il personaggio interpretato da Thelma Ritter, contraltare ironico e saggio alla prosopopea degli altri : il film ne soffre un po' nel suo equilibrio.

Su Bette Davis

E pensare che il ruolo di Margo avrebbe dovuto essere interpretato da Claudette Colbert: grande attrice, ma non adatta a un personaggio così combattuto tra sarcasmo e timore, fra umanità e falsa rappresentazione di essa.Bette Davis ne fa una delle sue interpretazioni più memorabili , e Margo diventa quasi l'icona dell'attrice, del suo temperamento, e dei suoi manierismi, da lei peraltro sapientemente sfruttati per creare un rapporto di complicità col pubblico che li riconosce e li attende.

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