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Sinbad. La leggenda dei sette mari

Regia di Patrick Gilmore, Tim Johnson vedi scheda film

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La recensione su Sinbad. La leggenda dei sette mari

di FilmTv Rivista
6 stelle

Agli scugnizzi napoletani e al piccolo/grande pesce Nemo, i duellanti natalizi di cartone, si aggiunge uno dei personaggi più amati della letteratura d’avventura, quel marinaio furfante di Sinbad con le sue mirabolanti avventure. Accusato ingiustamente di aver rubato il Libro della Pace, Sinbad viene condannato a morte dai governanti di Siracusa. Lo salva l’intervento del principe Proteo, suo amico d’infanzia, ma a patto che egli ritorni col libro, altrimenti sarà proprio Proteo a essere giustiziato al suo posto. Il lazzarone Sinbad è tentato dall’idea di gabbare tutti ma sulla sua nave si nasconde Marina, promessa sposa di Proteo, che risveglia in lui il senso dell’onore e non solo... Il mondo di Sinbad creato dagli animatori della DreamWorks s’ispira a quello magico di Ray Harryausen, uno dei più grandi creatori di effetti speciali della storia del cinema. Interessante il lavoro in 3D fatto per animare Eris, la dea del caos in grado di assumere qualsiasi forma, che vuole ostacolare il tentativo di Sinbad di tornare in possesso del libro e le sirene, creature che nascono e si fondono negli spruzzi d’acqua. Ma nonostante le migliori intenzioni, non tutto scorre liscio nel magico mondo di Sinbad, paradossalmente proprio a partire dalla storia che punta esclusivamente a un pubblico infantile e che dell’antico testo conserva solo alcuni sprazzi di magia. Anche la qualità del “tradigital”, ovvero la miscela tra animazione tradizionale a 2D e quella digitale tridimensionale, rispetto a recenti film dello stesso Studio denota, se non proprio un passo indietro, un certo impasse.

 

Recensione pubblicata su FilmTV numero 52 del 2003

Autore: Fabrizio Liberti

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