Espandi menu
cerca
Da quando Otar è partito...

Regia di Julie Bertuccelli vedi scheda film

Recensioni

L'autore

speedy34

speedy34

Iscritto dall'11 luglio 2002 Vai al suo profilo
  • Seguaci 1
  • Post -
  • Recensioni 744
  • Playlist 11
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Da quando Otar è partito...

di speedy34
8 stelle

“Da quando Otar è partito”, nel vecchio appartamento , confuso tra le malandate ma affascinanti abitazioni della capitale della Georgia post-sovietica, Tbilissi, tre donne vivono quotidianamente e con fatica l’assenza di un parente che condiziona anche da lontano le loro vite. Alla ricerca di un altrove possibile, Otar è emigrato a Parigi da dove manda un po’ di soldi quando può… e come tutte la persone assenti è diventato un mito nella casa. Per Ada, la nipote, una ragazza di 25 anni (il viso e corpo spigoloso ma intensi di Dinara Droukarova) c’è il naturale affetto per uno zio lontano; per sua madre Marina (l’eleganza e fascino regale dell’attrice georgiana Nino Khomassouridze) c’è la rabbia mista a preoccupazione per un fratello che li ha lasciati in balia di un destino difficile e misero mentre per la nonna Eka (l’indimenticabile e commovente attrice novantenne Esther Gorintin) si tratta di infinito ed incondizionato amore per un figlio di cui attende con giovanile entusiasmo e dolcezza le lettere, brevi messaggi di speranza e sogni. Ma quando Otar muore in un incidente sul posto di lavoro, Marina non se la sente di annunciarlo all’anziana e fragile madre e con la complicità di Ada le tiene nascosta la notizia (inventandosi finte lettere e manipolando foto) per fare in modo che l’assenza di Otar duri per un tempo indefinito. L’esordiente regista francese Julie Bertuccelli ci regala un piccolo gioiello, capolavoro di grazia e di sincero amore per personaggi e vite al femminile che, attraversando tre diverse generazioni e servendosi dell’eterno e necessario artifizio della menzogna, raccontano le difficoltà del vivere quotidiano ed i misteriosi ma affascinanti legami di sangue che governano il naturale equilibrio della vita degli uomini. Poche parole, primi piani intensi ed un invisibile scorrere sotterraneo di potenti emozioni che ci parlano della nostra vita con sensibile lucidità e compassione. E’ nata una vera autrice, Julie Bertuccelli (alle spalle la direzione di numerosi documentari ed anni di gavetta da assistente per registi come Ioseliani e Kieslowsky) e che giustamente il recente Festival di Cannes ha premiato con il Gran Prix de La Semaine de la Critique.

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati