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Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance

Regia di Chan-wook Park vedi scheda film

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La recensione su Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance

di AndreaVenuti
9 stelle

Mr. Vendetta-Sympathy for Mr. Vengeance è un film sudcoreano del 2002, scritto e diretto da Park Chan-wook.

L'opera si è aggiudicata il premio speciale della giuria al Courmayeur noir film festival del 2002.

 

Sinossi: Ryo è un un giovane sordomuto che vive con sua sorella, la quale necessita urgentemente di un trapianto di reni; il giovane lavora come un forsennato (salddatore) presso un grosso stabilimento, ma il suo guadagno mensile non si avvicina minimamente alle spese necessarie per l'operazione, per questo motivo insieme alla sua fidanzata Cha Yeong-mi decideranno di rapire la figlioletta del suo datore di lavoro, il presidente Park: classico manager dedito solo al denaro e al proprio interesse personale...

Locandina Internazionale

Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance (2002): Locandina Internazionale

Con Mr. Vendetta Park Chan-wook dà avvio alla sua particolarissima "trilogia della vendetta", seguita dal celebratissimo Old Boy dell'anno successivo (//www.filmtv.it/film/26536/old-boy/recensioni/866422/#rfr:film-26536) e conclusa nel 2005 con Lady Vendetta; trittico in cui il regista indaga in maniera quasi antropologia sulle cause e conseguenze della vendetta, tuttavia sono tre film  molto diversi tra loro come dimostra questo Mr. vendetta  per nulla barocco se paragonato ad Old Boy, con la tematica della vendetta che emerge solamente dopo la prima ora di visione.

 

Il film è dunque diviso in due tronconi abbastanza netti; la prima parte si presenta come un dramma sociale nero come la pece, dove emergono diverse problematiche sociali ormai radicate nella moderna Corea del Sud.

Park Chan-wook inizia rappresentandoci l'alienazione dell'operaio, costretto a turni massacranti con pause quasi nulle, rinchiuso per tantisime ore in un luogo tetro e poco salutare dove i rappporti iterpersonali con i suoi colleghi sembrerebbero vietati, con l'unico obiettivo di produrre senza sosta. Il tutto viene efficacemente messo in scena tramite una regia estremamente curata con carrellate orizzontali, macchina da presa fissa e long take che scandiscono chiaramente l'apatia e la sofferenza interiore del giovane Ryo.

 

L'autore coreano inoltre ci tiene ad attacare il sistema sanitario locale, tra i migliori al mondo in termini di competenze mediche e attrezzature sanitarie ma con costi elevatissimi per li cittadino comune (in Sud Corea ci sono ad esempio tantissime cliniche private, dove risiedono le migliori equipe mediche ma è inutile evidenziare come solo l'alta borghesia può permettersi tali cure). Oltre alla sanità, il regista chiama in causa anche le forze dell'ordine che appaiono estremamente incompetenti (aspetto più volte evidenziato da molti altri registi locali).

Non manca neppure una semplice ma quanto mai efficace critica al capitalismo sfrenato, con datori di lavoro che non si fanno scrupoli a licenziare poveri cristi, continuando imperterriti a vivere la loro vita tra lusso e benefici di ogni tipo.

Rimanendo su questo tema, il regista ci mostra anche la disperazione di un padre di famiglia che perde il suo lavoro, disperazione che può portare il malcapitato a commettere gesti orribili; a tal proposito emerge una delle tante caratteristiche di linguaggio di Park Chan-wook, il quale molte volte ricorre ad ellissi e fuori campo in momenti chiave della narrazione che combaciano con violenze estreme commesse da alcuni soggetti, violenza lasciata pertanto fuori dall'inquadratura con il regista che ci mostra invece le conseguenze di tali atti.

Un'altro aspetto particolare tipico del linguaggio di Park equivale ad una precisa geometria dei piani di ripresa con la cinepresa posizionata, in alcuni frangenti specifici, in modo tale da creare dei mascherini natuarli che conferiscono una certa inquietudine all'immagine (pensiamo a quando Ryo incontra i trafficanti di organi) oppure interessati alcune sperimentazioni sonore e visive che ci mostrano i pensieri/affermazioni di Ryo (sordomuto) e nello specifico poco dopo che il ragazzo si esprime con i linguaggio dei segni Park Chan-wook ci propone una voice-over (la voce interiore di Ryo) accompagnata da alcune didascalie che riportano appunto le considerazioni del giovane.

 

Nella seconda parte del film invece l'impianto sociale viene gradualmente affiancato al tema della vendetta, per nulla idealizzata, che non porterà assolutamente da nessuna parte se non ad una fine dolorosa per tutti i protagonisti; a tal proposito emerge un altro aspetto che andrà poi a contraddistinguere gran parte del cinema di park Chan-wook, ossia la presenza di un'ironia estremamente amara che presenta il conto di azioni scellerate, il tutto sotto forma di un destino beffardo e crudele.

 

Infine impossibile non citare l'incredibile cast; Ryo è intepretato da Shin Ha-kyun (già visto nel film precedente del regista: //www.filmtv.it/film/28235/joint-security-area/recensioni/885818/#rfr:none) con una prova attoriale magnifica, un ragazzo buono e semplice afflito da una serie di storture sociali più grandi di lui che lo conduranno in un circolo di violenze e drammi senza fine; la sua ragazza invece è intrepretata da Bae Doona (ormai celebre anche in Occidente), una rivoluzionaria che a testa bassa prova a modificare lo status quo, mentre il manager capitalista è Song Kang-ho che ci offre una performance completamente diversa rispetto ai suoi magniloquenti standard istrioni, per proporci un personaggio glaciale.

Infine piccola curiosità: nel film troviamo un cameo del regista Ryo Seung-wan (amico di Park Chan-wook), di suo fratello Ryo Seung-bum (ragazzo ritardato al lago) e dell'attore Jung Jae-young (il compagno dell'ex moglie del presidente Park).

 

Film da vedere assolutamente; bellissimo per quanto concerne la messa scena, intrigante nella narrazione con interpreti di indubbio talento, oltre che fondamentale per il cinema sudcoreano contemporaneo.

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