Espandi menu
cerca
Matrix Revolutions

Regia di Andy Wachowski, Larry Wachowski vedi scheda film

Recensioni

L'autore

ilcausticocinefilo

ilcausticocinefilo

Iscritto dall'11 giugno 2019 Vai al suo profilo
  • Seguaci 63
  • Post 32
  • Recensioni 189
  • Playlist 34
Mandagli un messaggio
Messaggio inviato!
Messaggio inviato!
chiudi

La recensione su Matrix Revolutions

di ilcausticocinefilo
5 stelle

 

 

 

Matrix Rewatched /3

 

Porca puttana, ma perché! […] Perché mi sono cacciato in questa situazione: Rambo 3, Superman 3… son tutti dei fallimenti, dovevo fermarmi al due.

Un certo "savio" economista, che sembrerebbe quasi riferirsi alla delusione del cinefilo.

 

 

 

C’è il coitus interruptus (non fatelo a casa, eh, che tanto non serve) e poi, bontà loro, c’è il filmus interruptus. Silver docet. E se lo dice il produttore… Sembra quasi che ci tengano a prendere per i fondelli.

In quanto il pensiero che con maggior insistenza s’assiepa, per così dire, nella mente dello spettatore mediamente ammorbato è proprio quello lì: che Reloaded e Revolutions si sarebbero potuti tranquillamente condensare in un film unico. Ma no, figurarsi, doppia proiezione, doppio incasso, ca va sans dire. Embe’.

 

 

Keanu Reeves

Matrix Revolutions (2003): Keanu Reeves

 

 

L’ultimo (?) passo della trilogia (?) riprende esattamente dove si era interrotto l’altro, ma decide di dedicare gran parte del tempo alle vicenda extra-matrice, ovvero alla vicende del mondo reale. Il che lo porta ben presto a sconfinare nel già visto, nel solito prevedibile tran tran. Il momento è giunto: i/le Wachowski hanno finito per sbracare.

Specialmente nella seconda parte vi sono interi segmenti nel corso dei quali lo schermo risulta talmente congestionato – da una moltitudine apparentemente inesauribile di ambienti, personaggi, robot creati al computer – da far venire il mal di mare, col risultato parallelo di riuscire nella “miracolosa” impresa di far perdere ben presto interesse per gli avvenimenti.

 

E così, dismesso pressoché qualunque preteso “afflato filosofico-metaforico”, pure Matrix 3: La vendetta si tramuta nell’ennesimo blockbuster fracassone pronto all’incasso (che però non si è rivelato al dunque altrettanto benevolo del passato). Blockbuster che, è da ribadire, pare più che altro una sorta di terzo atto del secondo film, ma allungato a dismisura. Il troppo stroppia, ma non per le sorelle (fu fratelli) Wachowski (e continueranno a dimostrarlo anche negli anni seguenti, fino al “grado zero” di quell’emerita bambinata idiota di Jupiter Ascending).

In un simile delirio, come c’era da aspettarsi, si dilegua inoltre qualsivoglia rimasuglio di rigore narrativo e diverse domande rimangono senza risposta o trovano risposte, a voler essere magnanimi, alquanto ridicole (del genere del come, perché mai, "come dove", "perché quando" Neo sia diventato una specie di Superman nella vita reale).

 

 

Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss

Matrix Revolutions (2003): Keanu Reeves, Carrie-Anne Moss

 

 

Vanno a scoperchiarsi macroscopiche ingenuità (un paio di esempi: ma quale pace, una volta risolto il problema Smith, perché diamine le macchine non dovrebbero tornare a fare come prima, considerato che rimangono in una posizione di schiacciante vantaggio? E i superstiti a Zion come diavolo potrebbero fare a ricostruire la città [meglio ancora: come accidenti hanno fatto a costruirla all’origine] e, al di là di questo, perché mai non dovrebbero tentare di vendicare i propri morti?) e quel pochissimo di “altro” che rimane si riduce in pratica al solito mediocre bignami di filosofia da elementari (il dittico, il bianco e il nero, il Bene e il Male, il Puro e l’Impuro, lo yin e lo yang e bla bla bla).

 

Laddove poi il film originale (già molto meno Reloaded) riusciva a catturare lo spettatore, calandolo quasi subitaneamente all’interno delle sue “aliene” atmosfere virate in verdognolo, facendogli percepire quella fondamentale aria di mistero e thriller, Revolutions invece riesce solo a far percepire il principio d’un mal di testa.

Per logica conseguenza, a differenza sempre dell’originale, non riesce ad indurre un’adeguata sospensione dell’incredulità in chi guarda (quella che, in buona sostanza, permetteva nel 1999 di sorvolare circa il pericoloso muoversi sulla linea dell’insulso nel presentare personaggi capaci di difendersi da pericolosissimi programmi virtuali con delle mosse di kung fu), portando ben presto a galla tutte le assurdità, le banalità e i riempitivi inutili.

 

 

Hugo Weaving

Matrix Revolutions (2003): Hugo Weaving

 

 

Scontato che, di fronte a ciò, l’unico aspetto intrigante di Reloaded (dunque l’idea per la quale l’Eletto non sarebbe altro che un’anomalia prevista dal sistema; la sedicente scelta null’altro che un ulteriore, sotterranea, forma di controllo esercitata dalla matrice [che difatti ha visto ben 5 “Nei” prima del “nostro”]) si smarrisca in misura definitiva a favore, appunto, d’un superomismo smargiasso da botte da orbi. E sì, perché alla fine, davvero, è tutta solo questione di una bella scazzottata.

Che finale pietoso, e triste. Con peraltro il sovrappiù di quella conclusiva luce che si staglia per illuminare tutti noi, in questo nuovo fantastico giorno, che precipita irrimediabilmente il tutto nel più “puro” trash New Age.

Un pessimo addio, per la trilogia. O almeno un pessimo addio fino all’altroieri, perché adesso è stato superato in futilità e indigeribilità da quell’obbrobrio di quarto capitolo spurio: Resurrections.

 

 

 

Its transmissions bring submission as ya mold to the unreal… and you’ll settle for nothing later!

 

 

 

Ti è stata utile questa recensione? Utile per Per te?

Commenta

Avatar utente

Per poter commentare occorre aver fatto login.
Se non sei ancora iscritto Registrati