Regia di Zach Lipovsky, Adam B. Stein vedi scheda film
"Final Destination" è uno dei franchising horror che preferisco, anche se a dirla tutta, credo di essermi fermato al terzo episodio. Sta di fatto che l'idea originale, ovvero quella che al proprio destino non si possa sfuggire e che la Morte, quasi un'entità fisica, vi dia la caccia per divertirsi a farvi fuori nel peggior (o migliore, dipende dai punti di vista) modo possibile, sia geniale. Di "Bloodlines" m'interessano poco i dati tecnici, ma l'unica cosa che conta in prodotti di questo tipo, ovvero il divertimento e il "gore", e sono due obiettivi raggiunti alla perfezione. Ero pronto a un film masticato e rimasticato, e se un po' è così, inevitabilmente, bisogna dire che ha ritmo dal primo all'ultimo dei suoi 110 minuti, e questo già sarebbe da applausi. I registi, sono due, fanno esattamente quello che si aspetta da loro, abusano, è vero, di computer graphic, ma dopo un po' non ci si fa caso, e imbastiscono il sano cattivissimo plot di un qualunque "Final Destination". Un pretesto banale, ma ben realizzato, da il là a un massacro molto ben congegnato, uno splatter non banale e figlio, anche per una certa leggerezza, del caro horror anni ottanta. Bel ritmo, quindi, una bella serie di teenagers (e non solo) che fanno da "carne da cannone", una trama che non importa, e cento minuti perfetti per un caldo pomeriggio d'estate. Per me, assolutamente promosso: è un film molto vivo (ahaha!) e, credetemi, c'è molto ma molto di peggio, in giro.
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