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Tardo autunno

Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film

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La recensione su Tardo autunno

di luisasalvi
8 stelle

"Siamo in Giappone. Una giovane donna rimane improvvisamente vedova e non ha alcun mezzo per mantenere la figlia. Deve scegliere fra tre uomini desiderosi di possederla". Altrettanto sbagliato film.tv.it; forse ancor peggio Clarke Fountain di allmovie, secondo cui i tre amici vorrebbero sposare la madre ma decidono che uno di loro deve sposare la figlia. Non si capisce come si possa fraintendere così un film di Ozu, che oltre tutto ripete storie già narrate ed è quasi completamente prevedibile. Il film inizia con una cerimonia funebre che può trarre in inganno: è la commemorazione della morte del marito di Akiko, morto sei anni prima; vi partecipano Mamiya, Taguchi e Hirayama, tre amici del defunto, che da studenti a loro volta erano stati tutti innamorati di Akiko e quasi quasi lo sarebbero ancora; le mogli stesse di due di loro lo sanno e ne parlano; ma il terzo, Hirayama, è vedovo… I tre pensano dapprima di far sposare Ayako, la figlia di Akiko, proponendole Gondo; poiché lei rifiuta per restare accanto alla madre, decidono di far sposare anche  lei: con chi? Con l'unico disponibile di loro, il vedovo Hirayama. E poiché Ozu non cerca di sorprendere, per rendere ancora più prevedibile la vicenda fin dall'inizio, nel primo dialogo durante la cerimonia funebre fra i tre amici ci fa già sapere che anche Hirayama è rimasto vedovo poco dopo Akiko, sicché tutti si aspettano già questa proposta; tutti tranne Hirayama stesso, che dapprima la prende per uno scherzo e comunque rifiuta (la vedova  di un amico?!!), poi ci ripensa, ne accenna pudicamente al figlio, ormai adulto, che trova la proposta  ottima sotto ogni aspetto… Ma nessuno osa parlarne alla vedova, mente finiscono per dirlo alla figlia per convincerla ad accettare di sposare Gondo. Lei invece non trova niente di meglio che offendersi con la madre che non le ha detto nulla, né accetta di spiegarsi con lei. Mi pare che gli equivoci e i drammi familiari nati dal rifiuto di parlarsi fossero tipici anche di film occidentali di quel periodo, se pur su temi un po' diversi. Alla fine la figlia si sposa, la madre no e resta sola mentre Hirayama si consola con i due amici bevendo sakè. Sempre difficile capire il senso profondo dei film di Ozu, che qui sembra approvare la decisione di Akiko, da tradizionalista rigido contro ogni buon senso; quasi sempre c'è il rifiuto di un nuovo matrimonio dei vedovi. Ozu è rimasto sempre con la vecchia madre vedova…

Alcune pagine leggere sono molto gradevoli; ma non mi è parso dei migliori; soprattutto le pagine drammatiche o malinconiche, che di solito sono le sue migliori, qui mi sono parse ripetitive e poco sentite… forse anche perché è l'ultimo film che vedo di Ozu (16-02-2005).

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