Regia di Cinzia Th Torrini vedi scheda film
Peppino di Capri, classe 1939, dimostra un talento incredibilmente precoce per la musica, tanto da approcciarsi al pianoforte già all'età di quattro anni. Appena maggiorenne ottiene il suo primo contratto discografico e sfonda presso il grande pubblico come interprete del genere musicale giovanile del momento, il twist. Conosce Roberta, di cui si innamora ricambiato, apre i concerti italiani dei Beatles, vince Sanremo, scrive Champagne e vende nel mondo 35 milioni di dischi.
La vita di Peppino di Capri è abbastanza esemplare, non troppo ma abbastanza: la sua parabola artistica insegna infatti che il talento viene alla fin fine sempre premiato, se associato a una buona dose di perseveranza e, ovviamente, anche a un minimo sindacale di buona sorte. Questo lavoro biografico prodotto dalla Rai omaggia la figura dell'autore di tanti brani di successo – tra cui quello del titolo – in maniera senz'altro mediocre, ma in questi casi è opportuno fermarsi alla rilevazione delle buone intenzioni di partenza del prodotto e non domandare di più. Champagne – Peppino di Capri è un film che rispetta la banalità e la mancanza di idee del suo titolo; due ore scarse di visione durante le quali si accavallano stancamente dialoghi vuoti di realtà, recitazioni senz'anima e situazioni ampiamente prevedibili: peccato, ma pazienza, dato il contesto sarebbe stato folle chiedere più di così. Cinzia Th Torrini si dedica ormai da parecchi anni ai film televisivi della Rai e, pochi mesi prima, aveva licenziato Sei nell'anima, l'omologo prodotto su Gianna Nannini. Qui la sceneggiatura reca le firme di Maria Sole Limodio e di Michele Pellegrini; Francesco del Gaudio, bravo a imitare la cadenza e la voce nasale di di Capri, Arianna di Claudio, Gaja Masciale, Gianluca di Gennaro e Antonia Truppo. 3,5/10.
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