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Lara Croft Tomb Raider. La culla della vita

Regia di Jan De Bont vedi scheda film

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La recensione su Lara Croft Tomb Raider. La culla della vita

di Lord Holy
4 stelle

Meglio del primo (non che servisse chissà quale miracolo), ma comunque ancora troppo poco per essere considerato pienamente soddisfacente. Sembra non abbiano capito, infatti, che la formula aveva funzionato una volta solamente per merito della fama della protagonista, che aveva affrettatamente condotto i fan al cinema. Non certo per l'apprezzamento nei confronti della loro opera. Se avessero tenuto conto delle reazioni dopo la visione, avrebbero forse intuito che molti non sarebbero stati disposti a una seconda delusione, se il progetto non fosse risultato del tutto rivoluzionato. E invece scelsero di conservare l'esatta struttura dell'episodio precedente. Come non imparare affatto dai propri errori, sprecando l'unica altra possibilità gentilmente concessa.

Ritroviamo dunque l'invincibile Lara Croft, sempre ottimamente incarnata da Angelina Jolie. Appena accennata l'essenza del dramma, ovvero il conflitto interno e/o esterno ai personaggi. Su questo fronte riconosco un lieve progresso, grazie all'introduzione di un riuscito Terry Sheridan interpretato da un insperato convincente Gerard Butler. Tuttavia la trama permane nella sua inconsistente insensibilità per la maggior parte della sua durata. Troppi eventi condensati in frazioni di tempo, ad un ritmo frenetico, un mordi e fuggi che non lascia traccia di sé. L'impressione è quella di un pretestuoso collage di qualche scena, senza approfondimento nel loro apparente legame. Pure l'azione termina prima ancora che inizi a divenire interessante. Si salva solamente la parte finale: incredibilmente all'altezza del proprio compito, è l'unico momento in cui viene restituito un qualche tipo di emozione, diversa dalla solita (presunta) ironia imperante nel resto della pellicola, che sovente si dimostra assai poco efficace. Avessero esteso questa qualità a tutto il film...

Menzione speciale per quanto concerne la colonna sonora, caratterizzata dalle splendide musiche di quel talento che è Alan Silvestri.

In conclusione, questa è verosimilmente l'ennesima occasione mancata. Può comunque costituire un piacevole intrattenimento se non si hanno troppe pretese. Non è necessario aver affrontato il primo per poterlo apprezzare, anzi. Magari è preferibile saltare direttamente a questo. Che, visto una volta, può bastare. Voto: 2,5/5.

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