La recensione su Hamburgo

di alan smithee

4 stelle

TFF 43: CONCORSO LUNGOMETRAGGI

Germán (Jaime Lorente), è un giovane disperato ridotto all'indigenza, costretto, per far soldi, a farsi coinvolgere nel giro della prostituzione forzata., perpetrata da una gang di cosche dell'Europa dell'Est ai danni di povere immigrate in cerca di integrazione.

È per questo che l'uomo, si vede costretto a lavorare al servizio del potente Cacho, un tempo suo vecchio amico d'infanzia, ora suo capo, che gestisce svariati locali per la mafia locale, curandone gli aspetti folkloristici e di richiamo, come appu to l'esercizio clandestino della prostituzione.

Germán, devastato e colluso al mondo della droga e dello sfruttamento, intravede all'improvviso, durante una notte di lavoro occupata a trasportare schiave sessualità, l'opportunità preziosa di cambiare vita.

Circostanza fortuito, ma benevola e preziosa, che lo catapulta in un'avventura pericolosa, nonché indirizza verso una opportuna occasione di riscatto che però lo trascina più a fondo nel sistema.

Diretto con una certa verve dal regista spagnolo Lino Escalera, Hamburgo parte bene, con le opportune atmosfere noir ben gestite.

Poi purtroppo la storia dei due fuggitivi si incaglia, aggroviglia e perde molta della sua verve, finendo per apparire inerte e davvero poco in grado di creare un pathos che le più accorte premesse avrebbero dato per scontato.

Un noir crudo e dalle apparenze intense, ambientato in un realistico contesto ove si ricostruiscono dettagli di una criminalità dedita al bieco sfruttamento umano, che, pur seguendo il rischioso percorso di un uomo proteso a liberarsi dal suo passato e dal suo ruolo in questo mondo oscuro, si trasforma via via che la storia procede, in un piatto prodotto televisivo, deludendo molto chiunque aveva scorto nelle iniziali, favorevoli premesse, come l'occasione per sviluppare un interessante thriller dalle atmosfere crepuscolari.

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