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Charulata

Regia di Satyajit Ray vedi scheda film

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La recensione su Charulata

di steno79
10 stelle

VOTO 10/10 Sono un ammiratore del grande regista indiano Satyajit Ray, di cui ho recensito già i film che compongono la Trilogia di Apu, e mi dispiace che in Italia sia così poco conosciuto (infatti anche sul sito sono poche le opinioni sui suoi film). Questo Charulata fu mandato in onda alcuni anni fa su Fuori orario di Ghezzi, ed io ebbi la fortuna di registrarlo: è generalmente considerato uno dei suoi film più grandi, e fra l'altro era il preferito dallo stesso regista, che in un'intervista dichiarò che era il film che, più di ogni altro, avrebbe rifatto allo stesso identico modo, senza cambiare neppure un'inquadratura. Tratto da un racconto del Premio Nobel RabindranathTagore intitolato in inglese "The broken nest", è ambientato nel periodo Vittoriano e racconta di una giovane donna di nome Charu che, trascurata dal marito, un giornalista che si occupa di politica, si innamora castamente di un cugino che le tiene compagnia e le fa scoprire il piacere della scrittura e della poesia. Tutte le qualità dei film precedenti di Ray si ritrovano in quest'opera, con uno stile assai più sfumato, poetico ed evocativo rispetto al neorealismo della celebre Trilogia di Apu. Il ritratto di una donna sensibile e intelligente ma troppo spesso lasciata in solitudine è composto magnificamente dall'attrice Madhabi Mukherjee, una delle muse del regista, che regge benissimo la svolta drammatica delle scene finali ed è efficacemente coadiuvata dall'altro attore-feticcio del regista Soumitra Chatterjee; l'attenzione del regista al dettaglio visivo è stupefacente, con sequenze di mirabile suggestione lirica come quella famosa dell'altalena. La raffinatezza della fotografia di Subrata Mitra, dei movimenti di macchina e delle invenzioni registiche (con influenze stilistiche della Nouvelle vague, come nella scena in cui Charu cerca l'ispirazione per un suo racconto nelle sue passate esperienze al villaggio, che vengono visualizzate attraverso alcuni rapidi flashback) concorrono a farne indubbiamente un grande film, che nel mondo anglosassone è divenuto un classico del cinema moderno, mentre qui da noi non lo conosce praticamente nessuno. Spero che questa mia recensione invoglierà qualcuno a procurarselo e a vederlo: ne vale davvero la pena.

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