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Partir un jour

Regia di Amélie Bonnin vedi scheda film

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alan smithee

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La recensione su Partir un jour

di alan smithee
6 stelle

locandina

Partir un jour (2025): locandina

78° FESTIVAL DI CANNES: SELEZIONE UFFICIALE - FUORI CONCORSO - FILM D'APERTURA

Cécile ha quasi quarant'anni ed è una chef piuttosto famosa ed apprezzata, grazie anche ai suoi interventi tv e tramite altri mezzi di comunicazione di massa.

Cuoca talentuosa, figlia di cuoco e titolare orgoglioso di una locanda per "routiers" (camionisti e viaggiatori pendolari), Cécile manca dal paese natio da vent'anni, passando solo velocemente non più spesso di una volta all'anno a salutare genitori e bel cagnolone Weimaraner che non smette di riconoscerla con calore e di volerle dormire accanto.

Juliette Armanet, Bastien Bouillon

Partir un jour (2025): Juliette Armanet, Bastien Bouillon

Nel momento in cui la talentuosa cuoca sta per vivere la delicata fase di apertura di un ristorante in centro a Parigi, due catastrofi si abbattono su di lei: la prima è che si scopre incinta del compagno e collega cuoco, e, stravolta, decide di non condividere con lui la notizia; la seconda è che il padre cuoco viene colto dal terzo attacco di cuore, e per questo la figlia si vede costretta a salire al paese a trovarlo, nonostante gli impegni legati all'apertura imminente del locale.

In loco, accertatasi che il padre non è poi così grave, al punto che si è piazzato ostinatamente in cucina a preparare da mangiare da seduto per non affaticarsi, Cécile ritrova tutto attorno i compagni di vent'anni prima, e pure il brillante ragazzo biondo un po' scavezzacollo ed estroverso di cui si era infatuata, ricambiata, che ora è padre quarantenne un po' irresponsabile ma sposato, anche se sempre piuttosto attratto dalla ora famosa cuoca.

Bastien Bouillon

Partir un jour (2025): Bastien Bouillon

Juliette Armanet

Partir un jour (2025): Juliette Armanet

Il primo lungometraggio di Amélie Bonnin, a due anni di distanza dal cortometraggio omonimo e ugualmente canterino che le valse il Premio César come miglior corto di fiction, è una sorta di espansione del brillante, ma sintetico primo esperimento nel cinema della regista.

Forse Partir un jour, con le sue gradevoli canzoni che partono spesso a tradimento, si rivela più un musicarello, che un vero e proprio musical.

Juliette Armanet

Partir un jour (2025): Juliette Armanet

Juliette Armanet, Bastien Bouillon

Partir un jour (2025): Juliette Armanet, Bastien Bouillon

Ma il film, divertente, spudorato, gaio, ma mai sguaiato, certo furbetto per quanto si rivela capace di accattivarsi consensi ed irresistibili empatie, ha la lungimiranza di utilizzare attori gradevoli (come I due protagonisti (Juliette Armanet e Bastien Bouillon), con le facce giuste, ovvero non canonicamente bellissime, ma certo di aspetto piacente, carino, senza bisogno di risultare travolgenti, ma simpaticamente pertinenti e a cui è impossibile non volere almeno un po' di bene.

Con Partir un jour, la 78° edizione del Festival di Cannes inizia nuovamente, non certo a caso, ma con avveduta ed oculata premeditazione, con una donna in regia e con un film di natali francesi, nel segno più smaccato del trionfo del più risoluto e convinto campanilismo che tanto caratterizza gli orgogliosi e tenaci francesi.

Ruffiano, facile, furbino?

Certamente è così, ma almeno secondo questo oculato e meditato schema, le danze hanno inizio con un film garbato, innocuo, leggero come una piuma, travolto da canzoni, e in particolare da "parole, parole, parole" ... mentre "alors on dance"....

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