Regia di Eli Roth vedi scheda film
Trama: Un gruppo di cinque teenager affita un cottage in campagna per passare un weekend fra bevute e divertimento. Ma quello che doveva essere un fine settimana memorabile si trasforma in un incubo quando un uomo affetto da una strana malattia emorragica bussa alla loro porta chiedendo aiuto.
Cabin Fever è un pessimo film. Ancor più se lo si guarda dopo aver letto decine di recensioni che elogiano la pellicola e il suo realizzatore, l'ormai celebre, e a mio parere sopravvalutato, Eli Roth.
Che quest'ultimo non abbia mai lavorato su grandi soggetti penso sia palese, non per nulla i suoi due film più celebri (Hostel e Hostel II) hanno una trama riassumibile in una frase: “Dei ragazzi (o delle ragazze nel secondo capitolo) fanno un viaggio in Europa alla ricerca di facile divertimento e finiscono per essere torturati/e da deviati mentali che pagano apposta per poterlo fare”. Ma se nelle due pellicole sopra citate la storia scarna e priva di originalità era supportata da buone scene di tortura, per gli amanti del genere e un buon ritmo, Cabin Fever non riesce a compensare il fatto di avere una sceneggiatura scritta con i piedi, con dialoghi involontariamente comici e battute inverosimilmente stupide.
Il primo tempo, noioso e inconcludente, serve a presentarci i personaggi principali, stereotipati e privi di spessore (ad eccezione della prosperosa Cerina Vincent, che di spessore ne ha in abbondanza). E, nonostante sia incredibilmente lento, non crea nessuna tensione.
Non che il secondo tempo sia meglio. Infatti sembra che il film voglia recuperare i minuti persi, inserendo un gran numero di elementi e di sviluppi riguardo ai quali però non viene data una minima spiegazione. Fino ad arrivare al finale che fa domandare allo spettatore se quello appena visto sia un film d'orrore o una parodia di esso.
Le cose che non funzionano sono davvero troppe da elencare tutte:
- I personaggi secondari, volutamente sopra le righe, risultano però solo fastidiosi ed superflui
- Le reazioni umane nell'ultima parte sono stravolte
- Alcune scene lasciano totalmente a bocca aperta per la loro inutilità ai fini della trama (come quella del bimbo kung-fu e quella della trombata inserita completamente a caso)
-Il virus si diffonde solo come e quando vuole lui, infettando i personaggi in ordine di importanza all'interno del film
-La pellicola non riesce né a fare paura né ad impressionare lo spettatore. La cosa più terrificante è infatti l'humor, o il presunto tale, che pervade la pellicola cercando, invano, di renderla più godibile.
Se proprio vogliamo trovargli dei pregi, oltre alla già citata maggiorata di turno, c'è il fatto che non sia girato male e che l'idea di eliminare l'assassino per inserire un virus sia abbastanza originale.
Per concludere, Cabin Fever è un film ingiustamente apprezzato dalla critica, che soffre di una sceneggiatura ai limite del ridicolo (non giustificabile dal basso budget con cui è stato realizzato il film), pretenzioso, in quanto si pone come volutamente sopra le righe e citazionistico, e che, al contrario di molti altri film brutti dello stesso genere, non offre alcun tipo di divertimento o intrattenimento.
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