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Assassini dei giorni di festa

Regia di Damiano Damiani vedi scheda film

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La recensione su Assassini dei giorni di festa

di marcopolo30
2 stelle

Damiano Damiani si accomiata dal mondo della celluloide con uno scarburatissimo pastrocchio grottesco pseudo-teatrale del tutto privo di qualità che davvero rappresenta la nemesi del suo modo di fare cinema. Peccato uscire di scena così.

Francamente, riesco a pensare a due sole ragioni per le quali Damiano Damiani decise, a ottant'anni suonati, di mettersi al timone di un'operazione come questo "Assassini dei giorni di festa": o si era definitivamente rincitrullito, o al contrario, essendo lucidissimo, aveva capito che lasciare ai posteri come ultima regia lo scult "Alex l'ariete" era qualcosa da evitare a tutti i costi, e accettò quindi il primo progetto che gli capitò sotto mano pur di mettere un minimo di distanza tra il suo nome e l'ormai celeberrimo film interpretato dall'agghiacciante coppia Tomba-Hunziker. E se questo fù il suo movente, beh che dire? Effettivamente chiuse in crescendo, perché "Assassini dei giorni di festa" è un film parecchio brutto ma non certo un trash da collezionisti come la sua opera precedente. Ma sarebbe come rallegrarsi dopo aver perso una partita 5-1 solo perché la settimana prima si era perso 5-0! Il film è tratto da un romanzo argentino del 1972, il cui autore Marco Denevi, già deceduto da parecchi anni ai tempi di questa trasposizione di Damiani, aveva dichiarato il suo desiderio di vedere questo suo libro in immagini, con Federico Fellini al timone dell'operazione. Ecco, forse Fellini sarebbe stato l'unico che avrebbe potuto infondere vita a questo soggetto, di suo davvero poco adatto al cinema. Poco 'malleabile' quanto meno. Damiano Damiani certamente no, nemmeno nei suoi giorni migliori, voglio dire. E non perché incapace come regista, che eccellenti prove del contrario ha offerto negli anni '60 e '70, ma semplicemente perché non era questo il suo cinema. Davvero ben poco da salvare, dall'eccessiva teatralità all'assoluta mancanza di ritmo, dalla scarsa cura per i dettagli (mi vengono in mente le bare nelle varie scene di funerali/veglie, in teoria quindi con cadavere, alzate qui senza sforzo da due sole persone) al cast non certo di prim'ordine, nel quale Carmen Maura spicca come nome noto ma sembra messa lì a forza e non apporta quindi granché di positivo. Insomma, davvero una brutta uscita di scena per un buon regista che, sebbene in fase calante già da parecchi anni, non meritava di chiudere la carriera con una micidiale doppietta di titoli quali "Alex l'ariete" e "Assassini dei giorni di festa".

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