Regia di Guido Chiesa vedi scheda film
Lui (Leo) si chiama Bruno Giordano e, proprio come l'ex bomber di Lazio e Napoli, ha avuto un passato da calciatore, abbandonato per una più remunerativa carriera da broker finanziario. Vive con (l'insopportabile) figlia quindicenne (Harvey), che mal tollera l'assenza della madre (Ramazzotti). La quale, sotto la spinta della psichiatra (Bonaiuto) che l'ha avuta in cura in un istituto poiché la donna sente le voci, suggerisce un progressivo reintegro sociale attraverso una messa in prova di trenta giorni, da passare proprio nella casa di Bruno, il suo ex marito. Naturalmente nulla andrà secondo previsione.
Remake di un blockbuster argentino del 2022, 30 notti con il mio ex è una via di mezzo tra Si può fare (la graziosa commedia di Giulio Manfredonia del 2008) e Dieci giorni senza mamma (anche se qui la mamma si sente, anche troppo). Da buon mestierante, Guido Chiesa calibra tutto secondo copione: Edoardo Leo mette a frutto i soliti impacci del suo personaggio perennemente dimesso, Micaela Ramazzotti si conferma schiava di un type casting che le corrisponde anche fuori dal set (leggi alla voce: cronaca mondana, con il clamoroso alterco con Paolo Virzì). La cura in fase di scrittura si scorge anche nei personaggi di contorno (dai vicini di casa bauscia ai picchiatelli amici della protagonista), che sembrano usciti da un cartone animato o da una commedia dei Vanzina. Non mancano neppure i droni e, neanche a farlo apposta, l'unica Roma che sembra esistere per il cinema italiano è quella squallidissima delle periferie o, come in questo caso, quella ultraborghese che risiede in appartamenti che noi - classe media proletarizzata - semplicemente ci sogniamo. Però il ritmo c'è e non manca più di una trovata divertente.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta