Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Storia d'amore molto sui generis per Coppola jr., bravissima qui nel narrare una storia che oscilla costantemente tra il malinconico e il brioso. Bellissima e bravissima la diciannovenne Scarlett Johansson, superlativo Bill Murray.
Opera seconda per Sofia Coppola, dotatissima figlia d'arte, “Lost in Translation” è una storia di amore molto ma molto sui generis, raccontata con il giusto mix di senso onirico e stanchezza che tutti coloro che hanno affrontato lunghi viaggi in aereo ben conoscono. Un film che riesce ad essere a tratti malinconico e a tratti genuinamente brioso (soprattutto grazie a un grande Bill Murray, qui probabilmente al top della carriera), ma anche a siparietti alla Woody Allen (vedasi la storia raccontata dall'attricetta sulla tortura del cibo praticata dai Cubani ai Marines prigionieri di guerra, ad esempio). Tanti gli omaggi ai classici del cinema, da Kurosawa a Fellini. Un grande film, ormai titolo cult, che fece da trampolino tanto a Coppola junior quanto alla bellissima Scarlett Johansson, non ancora diciannovenne.
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