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Una battaglia dopo l'altra

Regia di Paul Thomas Anderson vedi scheda film

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La recensione su Una battaglia dopo l'altra

di mm40
3 stelle

Nei primi anni duemila una coppia di rivoluzionari, Perfidia e Bob, agisce indisturbata lungo il confine tra Usa e Messico. Quando lei rimane incinta e dà alla luce Willa, però, la situazione cambia drasticamente; Bob rimane ad accudire la neonata mentre Perfidia si dà ad azioni sempre più spericolate, fin quando l’esercito americano bracca il nucleo di attivisti arrestando la donna. Sedici anni dopo Bob e Willa vivono una vita tranquilla, sotto mentite spoglie, ma il colonnello Lockjaw li individua e si precipita ad arrestarli, fomentato da motivazioni personali. Comincia una fuga turbolenta che si macchia molto presto di altro sangue.

 

Da dove cominciare? In questa pellicola le castronerie e i momenti totalmente insensati ben oltre il limite (involontario) del demenziale si sprecano; sui titoli di coda Paul Thomas Anderson – regista e sceneggiatore del lavoro – si premura di avvisarci che l’ispirazione per Una battaglia dopo l’altra proviene dal romanzo di Thomas Pynchon Vineland: che a tutti gli effetti c’entra davvero poco con questo film, ma pazienza. È Sean Penn a fare la differenza, inutile girarci attorno: senza di lui e senza quelle due-tre minuscole smorfie con cui caratterizza magistralmente un personaggio inutile, vuoto, illogico come quello affibbiatogli, Una battaglia dopo l’altra sarebbe soltanto un infinito girotondo di action in salsa di pink washing un tanto al chilo, trionfio di rivendicazioni sociopolitiche insapori, incolori e inodori, che banalizzano tematiche di gran moda al momento quali non solo il femminismo, ma anche l'immigrazione e il razzismo. Leonardo di Caprio fa il suo dovere, ma nulla di più; Benicio del Toro ha il ruolo più scopertamente ironico-comico del copione e se la cava egregiamente, così come fanno le due interpreti femminili al centro della storia, ovvero Chase Infiniti e Teyana Taylor: eppure nessuno di questi potrebbe salvare un film così scritto male da risultare a più riprese irritante, così pretenzioso e al tempo stesso mancante di contenuti, di concretezza. Nel cast si segnala una particina di pochi secondi anche per Alana Haim, già protagonista di Licorice pizza, diretto da Anderson nel 2021. Il vero peccato capitale, infine, solo le due ore e cinquanta minuti (!) durante le quali il pubblico viene tenuto in ostaggio di questo sgangherato intreccio di terroristi pasticcioni e soldati fanfaroni: pazienza per quelli che possono scegliere di spegnere la tv o il computer, ma chi ha speso dei soldi per vedere al cinema Una battaglia dopo l’altra meriterebbe almeno almeno un rimborso del prezzo del biglietto. 3/10.

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