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Anything Else

Regia di Woody Allen vedi scheda film

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La recensione su Anything Else

di Furetto60
7 stelle

Arguta e caustica commedia, del geniale folletto americano, che la dirige e interpreta.Buona prova di tutto il cast

Jerry Falk alias Jason Biggs, è uno squattrinato sceneggiatore comico di New York, sogna di sfondare, di scrivere un libro, ma di fatto  tira a campare sfornando, copioni per cabarettisti notturni, il ragazzo avrebbe i numeri per riuscire, ma ha un carattere debole, ricorre ad uno psicanalista che lungi dall’aiutarlo ,pensa solo a rimpinguare il suo portafogli e il carico di nevrosi del suo ingenuo cliente, è coadiuvato, o per meglio  dire sfruttato,  da un sedicente agente dalle dubbie competenze,  infatti lui è l’unico cliente di Harvey Wexler, interpretato da Danny De Vito e soprattutto colmo dei colmi convive con una capricciosa fidanzata, che gli impone la presenza dell’invadente e ingombrante madre e in più si rifiuta di fare l’amore. Jerry è la perfetta controfigura dell’Allen giovanile, capace di innamorarsi a prima vista come in Io e Annie e di soffrire atrocemente per amore. La voce narrante è quindi proprio quella di Jerry che, come abbiamo visto fare tante volte dallo stesso Allen, ammicca allo spettatore, riassume, riflette, guarda verso la macchina da presa e dialoga con gli spettatori, chiamandoli direttamente in causa. Un giorno si imbatte nell’anziano autore David Dobel alias Woody Allen. Quest’ultimo, pur talentuoso, si accontenta di una cattedra scolastica per guadagnarsi da vivere, i due hanno molto in comune: sono entrambi scrittori comici, vivono a New York, sono ebrei e soffrono di nevrosi. fanno presto amicizia e David, più anziano e più esperto, diventa una specie di mentore per Jerry, al quale gli fa notare che la maggior parte dei suoi problemi sono dovuti alla sua incapacità di troncare rapporti inutili e dannosi, Dobel mette Falk davanti alla realtà di tutte quelle cose che, lo tengono prigioniero in uno stato di stallo passivo: una compagna che lo tradisce spudoratamente e serialmente  e che lui difende a spada tratta accampando motivazioni ridicole, un agente fallito che riesce solo a prosciugare il suo conto in banca senza procurargli delle vere opportunità di crescita, uno pseudo-psicanalista che si è incaponito  a decifrare i suoi sogni più strambi, Dobel non esente da fobie, quando addirittura paranoico, comunque gli apre gli occhi, anche sfiorando il grottesco, suggerisce al ragazzo di prepararsi un kit di sopravvivenza “non si sa mai da chi ci si debba difendere”, teme i nazisti che vede dappertutto, afferma che è sempre bene avere un piano B, che il destino gioca brutti scherzi, Allen non fa altro che raccontare  se stesso, e Falk non è altro che una sua proiezione più giovane. Dobel  forte della sua maturità ed esperienza, elargisce al giovane allievo perle di saggezza, raccontini esilaranti e divertenti elucubrazioni  sulla vita e le sue istruzioni per l’uso, in uno spassoso passaggio racconta ;”Una volta ero in un taxi, stavo cianciando con il guidatore a proposito di queste cose di cui blateravi tu, poco fa: la vita, la morte, il vuoto universo, il significato dell’esistenza, l’umana sofferenza .E il tassista mi rispose Guardi, è come tutto il resto”. Può sembrare una banale semplificazione ed è invece il succo della vita. Con una ricca messe di aneddoti dissacranti sul fatalismo e l’imprevedibilità dell’esistenza, David Dobel, alter ego di Allen disserta brillantemente durante le loro passeggiate a Central Park, a partire dall’assunto che qualsiasi quesito esistenziale attanagli la mente umana sia, senza girarci troppo intorno, semplicemente effimero. Un po’ come tutto il resto. Tuttavia, in questo film del geniale folletto, al contrario di precedenti autobiografici, emergono anche sentimenti più impetuosi, quando subisce soprusi, Debon reagisce in modo sin troppo energico e si vendica fino alle estreme conseguenze. Uscito nel 2003 è ad oggi, ad onta della critica che non lo ha apprezzato, uno dei film più significativi e più autobiografici del regista newyorkese e Allen stesso ha spesso lasciato intendere come il film sia lo specchio degli aspetti più significativi, della sua personalità umana e artistica. Nella pellicola non si trova nulla di nuovo rispetto alla filmografia di Woody Allen. Ma bisogna dire che, pur rivedendo situazioni già viste, si torna a sorridere e a ridere grazie a una sceneggiatura spumeggiante e convincente, a un ritmo serrato, alla frenetica successione di battute e a due giovani attori, la nostra Cristina Ricci è sensualissima, che insieme interagiscono benissimo. Woody Allen ci regala, quindi, una commedia divertente e intelligente, che ci invita a riflettere sull’uomo e sulla sua condizione e su quella della società di oggi.

 

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