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Lost in La Mancha

Regia di Keith Fulton, Louis Pepe vedi scheda film

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La recensione su Lost in La Mancha

di Stuntman Miglio
8 stelle

Un buon documentario che ha l' enorme pregio di parlare di cinema e di farlo in maniera sempre interessante attraverso le sfortunate vicissitudini di un film e del suo eccentrico autore. Il lungometraggio in questione è il mai portato a termine "The man who killed Don Quixote" di Terry Gilliam, progetto che al regista di "Brazil" richiese circa dieci anni di gestazione e che, arrivato finalmente al momento delle prime riprese, fu oggetto di una sorta di maledizione che ne compromise definitivamente la realizzazione. Un "making of" che segue Gilliam dalla fase di pre-produzione a quella dei primi ciak svelandoci tutti i retroscena e le sensazioni degli addetti ai lavori alle prese con un progetto visionario ed impegnativo come non mai. Fortemente voluto dall' ex Monty Python e subito afflitto da un ridimensionamento di budget, dovuto alla necessità di spostare l' intera produzione in Europa, "Don Quixote" viene colpito a ripetizione da imprevisti ed inconvenienti di ogni tipo : dalla difficoltà di mettere assieme un cast internazionale al vano tentativo di rispettare i tempi, dai problemi con i cavalli a quelli con le locations colpite a più riprese da pioggia, grandine, vento forte e addirittura inquinate acusticamente dal volo di alcuni jet appartenenti ad un' installazione NATO nei dintorni. Il colpo di grazia arriva poi con la malattia del protagonista Jean Rochefort, costretto ad abbandonare il set a tempo indeterminato per via di un' ernia del disco. Un secondo Munchausen qui immortalato da due collaboratori di Gilliam che oltre a documentare semplicemente i fatti, ci consegnano il ritratto di un regista sognatore ma anche di un uomo caparbio, capace di un entusiasmo disarmante di fronte alla realizzazione di quello che è il suo sconfinato immaginario. Del film che voleva fare, s'intravedono pochi fotogrammi ma bastano a lasciare l' amaro in bocca per l' opera incompiuta e la speranza che, prima o poi, il buon Terry possa nuovamente farci vedere il mondo attraverso gli occhi di Don Chisciotte Della Mancia.

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