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Maborosi

Regia di Hirokazu Koreeda vedi scheda film

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La recensione su Maborosi

di port cros
8 stelle

In questo suo primo lungometraggio Kore eda introduce le tematiche che saranno tipiche della sua filmografia: l'attenzione ai rapporti familiari, lo sguardo sull'infanzia, l'indagine discreta, ma profonda pur nella sua semplicità, sui sentimenti umani, evocati attraverso immagini poetiche e contemplative.

 

Il film racconta il dramma di una donna (Yumiko), che deve affrontare l'inspiegabile morte del marito Ikuo (suicidio o incidente?), a pochi mesi dalla nascita del loro figlio e, alcuni anni più tardi, cerca di ricostituirsi una vita con un matrimonio combinato con nuovo marito, nonostante l'assenza e la tormentosa incertezza circa le motivazioni del gesto continuino ad ossessionarla. Il film è divisibile in tre parti: la vita di Yumiko con la prima famiglia e poi, dopo alcuni anni, quella della donna e del figlio in un paese di pescatori, con il nuovo marito e la famiglia di lui: la figlia avuta dal precedente matrimonio e l'anziano padre. La nuova vita sembra procedere in armonia, ma il ritorno nella città natale, in occasione del matrimonio del fratello, fa rinascere in Yumiko l'angoscia mai sopita per la perdita di Ikuo e soprattutto per la mancanza di una spiegazione sul come ed il perché questa tragedia sia avvenuta: una ferita che il tempo non è stato in grado di sanare.

 

La protagonista è un personaggio dolente e silenzioso ed il film un viaggio attraverso la sua tormentata coscienza, in cui Kore eda ci fa entrare in punta di piedi, stemperando la drammaticità nella malinconia.

 

 

 

Kore eda fa procedere la storia con ritmo lento e pacato, con minuziosa cura formale per ogni inquadratura, soprattutto nella fotografia, affidando l'espressione dei sentimenti dei personaggi, più che ai dialoghi (scarni ed essenziali), ad immagini poetiche ed evocative per lo più caratterizzate dalla presenza dal mare, sulle cui rive si svolge l'azione (i bambini riflessi che corrono lungo uno specchio d'acqua, la processione funeraria sulla spiaggia seguita da Yumiko con le figurine stilizzate in fila indiana che si stagliano contro la striscia grigiazzurra dell'oceano, il mare onnipresente visto attraverso le finestre dagli interni delle case). Lo stesso titolo “Maborosi” fa riferimento a misteriosi miraggi, luci che i pescatori credono di vedere in mare aperto, destinate a rimanere enigmatiche come il mistero della morte di Ikuo.

 

 

Altri protagonisti visivi del film sono due mezzi di trasporto molto diversi tra loro: il treno e la bicicletta. Il treno, causa dell'inspiegabile morte di Ikuo, è ritratto dal regista nel viaggio della della protagonista e del figlio verso la città della nuova famiglia, uno strano treno corto, simile ad un autobus, che attraversa grigie stazioni ferrose. Con l'immagine della protagonista da ragazzina in bicicletta si apre il film, ed essa è il mezzo prediletto di Ikuo, mostratoci mentre curava con amore la sua bici in sella alla quale morirà, ed il finale del film vede il figlio che impara ad andare in bicicletta aiutato dal nuovo papà. L'immagine simbolo che riunisce queste due tematiche è quella di Yumiko che conduce la bicicletta lungo un ponte ferroviario.

 

 

 

 

 

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