Regia di Paolo Genovese vedi scheda film
Chi scrive non aveva più visto un film del Genovese dai tempi dell’orrido Tutta colpa di Freud e del discreto Perfetti sconosciuti. Ebbene, appare evidente come il regista non abbia compiuto alcun passo avanti, il che fa sorgere il dubbio che la buona riuscita del film del 2016 sia da ascrivere più che altro ad un caso fortuito, una sorta di congiunzione astrale positiva.
Questo nuovo filmetto, campione d’incassi, è floscio e spesso scontato, riesce a strappare un sorriso in un paio d’occasioni, in una magari anche la risata, ma per il resto si trascina tristemente, afflitto da una lunga serie di problemi cronici.
Follemente (2025): Edoardo Leo, Pilar Fogliati
Innanzitutto, l’eccessiva meccanicità con cui si mostra il funzionamento del cervello (rischio sempre dietro l’angolo pure nei due Inside Out, ma perlomeno là si trattava di film per ragazzi e riguardanti una protagonista bambina e adolescente, mentre qui si dovrebbe, almeno formalmente, trattare di adulti fatti e finiti); la sceneggiatura imbottita di battute e battutine che spesso e volentieri cadono nel vuoto, oltreché appesantita da pseudo-riflessioni circa la coppia, la donna nel mondo d’oggi ecc. francamente ben poco penetranti ed anzi piuttosto stereotipiche (siamo lontanissimi dalla commedia all’italiana dei tempi che furono e dalla maestria con la quale sceneggiatori del calibro del duo Age & Scarpelli riuscivano ad inserire zampate di critica sociale, della “morale” pubblica e della “morale” sessuale senza mai però zavorrare la pellicola [ma andando oltre i confini patrii si potrebbero pure tirare in ballo i Woody Allen e i Todd Solondz, a eoni di distanza da codeste sciocchezzuole senza nerbo]);
la recitazione, altro punto dolentissimo: i due protagonisti non sono particolarmente convincenti ed espressivi, anzi spesso vengono surclassati dai comprimari (come ad esempio la Fanelli) e inducono a pensare, di nuovo, alla differenza abissale con gli attori di ben altra pasta (insomma, supponendo esista, ce lo immaginiamo l’equivalente odierno di una coppia alla Sordi-Valeri o Mastroianni-Vitti o Giannini-Melato? Non dico avrebbe sollevato il film, tuttavia di certo non l’avrebbe peggiorato); l’impianto del tutto teatrale, in assenza però, appunto, di recitazione d’alto livello e, inoltre, di sufficiente materiale per tirare avanti sino alla durata di un lungometraggio, difatti più il tempo passa più il film fatica a trovare nuovi spunti coi quali proseguire e specialmente all’ultima mezz’ora ci arriva con le batterie ormai esauste.
Follemente (2025): Paolo Genovese, Emanuela Fanelli, Claudia Pandolfi, Marco Giallini, Rocco Papaleo, Claudio Santamaria, Maurizio Lastrico, Vittoria Puccini, Maria Chiara Giannetta
Non sarà orrendo – magra consolazione – ma Follemente non è neppure tutta questa gran cosa.
Lascia abbastanza perplessi il successo ottenuto: film che almeno tentano di essere innovativi – rispetto alla norma del grigio panorama nostrano afflitto da sindrome “Occhi del cuore - La vendetta” – come La città proibita di Manetti vengono “considerati” zero, ma si va ad affollare le sale (peraltro il film di Genovese è stato onnipresente per settimane e settimane, con continue proiezioni) per l’ennesimissima commedietta senza particolare mordente che fa solo rimpiangere la fiorente scuola del passato (s’intende, per chi la conosce).
Ormai è (quasi) tutto andato non diciamo dove. Ulteriore segno del declino italico? E va beh, se è questo che il pubblico vuole, buon per lui. Urrà! Yippee-ki-yay, motherfuckers!
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